E’ stata letta questa mattina la sentenza che ha condannato a 30 anni Giuseppe Cappello, accusato di aver ucciso la sua fidanzata Kristina Gallo, trovata morta nella propria abitazione di Faenza nel marzo 2019.
Presente questa mattina al tribunale di Bologna, l’imputato, accusato di aver ucciso la propria fidanzata, il quale difeso dai legali Gabriele Bordoni e Alessandra Di Gianvincenzo, ha lasciato l’aula senza rilasciare alcuna dichiarazione.
L’omicidio di Kristina Gallo risale a marzo 2019, quando è stata ritrovata deceduta nel suo appartamento di Faenza, in provincia di Ravenna. Il suo corpo è stato trovato senza vestiti, con le gambe sotto al letto. In un primo momento si era pensato a morte naturale, archiviando il caso.
Successivamente, invece, la Procura ha riaperto il fascicolo con l’ipotesi di omicidio aggravato dallo stalking. Anche i consulenti Cristina Cattaneo e Biagio Leone pensavano che la morte di Kristina, la giovane di 27 anni, era da attribuire a terze persone.
Il suo ex fidanzato, Giuseppe Cappello, 44 anni, oggi condannato a 30 anni per aver ucciso la giovane donna, si è sempre proclamato innocente nonostante ci sono stati elementi a sufficienza per inserirlo nel registro degli indagati.
Quattro anni dopo l’uccisione di Kristina Gallo, trovata morta nella sua abitazione di Faenza nel marzo 2019, oggi presso il tribunale di Bologna, è stata letta la sentenza che ha condannato a 30 anni di carcere Giuseppe Cappello, ex fidanzato della vittima, al termine del processo con rito abbreviato. Il gup, Sandro Pecorella, ha quindi accolto la richiesta del procuratore aggiunto Francesco Caleca.
“Giustizia fatta per Kristina Gallo”.
Queste sono state le parole condivise sui social dall’avvocato Barbara Iannuccelli la quale ha preso parola durante l’udienza, costituita come parte civile della famiglia della giovane donna, insieme ai legali difensori Cesarina Mitaritonna e Francesco Cardile. Sono intervenuti, infine, anche gli avvocati dell’imputato, Gabriele Bordoni e Alessandra Di Gianvincenzo.
“Ci sarà l’appello, il giudizio di legittimità, c’è ancora tanta strada da fare. Oggi prendiamo atto con dispiacere, pensavamo di aver messo l’accento su aspetti determinanti che lasciavano un più che ragionevole dubbio in capo all’imputato” .
Queste le parole dei difensori di Giuseppe Cappello. Il 44 enne da sempre si è professato innocente, anche se, secondo le forze dell’ordine, gli indizi nei suoi confronti appaiono gravi, univoci e concordanti. Nell’udienza di oggi sono stati disposti anche i risarcimenti alle parti civili.
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