Sta per entrare nel vivo il procedimento a carico dei tre indagati per l’omicidio di Laura Ziliani, l’ex vigilessa 55enne scomparsa l’8 maggio 2021 a Temù, nel Bresciano, e ritrovata senza vita l’8 agosto successivo in un’area boschiva dell’alta Valle Camonica.
Per la morte della donna sono sospettati due delle tre figlie della vittima, Paola e Silvia Zani, e il fidanzato della maggiore, Mirto Milani, prossimi all’udienza preliminare davanti al gup di Brescia Gaia Sorrentino.
Omicidio Laura Ziliani: fissata udienza preliminare per gli indagati
L’udienza preliminare davanti al gup di Brescia sarebbe stata fissata per il prossimo 27 giugno, giorno in cui i tre indagati per l’omicidio di Laura Ziliani compariranno davanti al giudice.
Pesantissimi gli elementi a carico di Paola e Silvia Zani, due delle tre figlie della vittima, e del fidanzato di una di loro, Mirto Milani, accusati di aver ucciso l’ex vigilessa di Temù e di averne occultato il cadavere (trovato tre mesi dopo la scomparsa).
Laura Ziliani: la confessione di Mirto Milani e delle figlie dell’ex vigilessa
Dopo mesi di silenzio, precipitati velocemente nel vortice di serrate indagini, gli indagati avrebbero reso una confessione del delitto in costanza di reclusione.
Il primo a cedere sarebbe stato Mirto Milani, fidanzato della primogenita della vittima in carcere dallo scorso 24 settembre.
La svolta nell’inchiesta è arrivata dopo molti mesi di silenzio, aprendo così una nuova fase delle indagini su dinamica e movente del delitto.
Milani avrebbe confessato le sue responsabilità nel corso di un lungo interrogatorio che lui stesso avrebbe richiesto. A ruota, chiamate in correità dall’indagato, anche Paola e Silvia Zani avrebbero chiesto di essere sentite e avrebbero confessato a loro volta.
L’ipotesi del movente economico dietro la morte di Laura Ziliani
Resta in piedi l’ipotesi che il movente dell’omicidio sia di natura economica. Secondo gli inquirenti, i tre indagati avrebbero agito freddamente e in via premeditata con una precisa intenzione: appropriarsi del patrimonio immobiliare della vittima, vedova da anni.
“Le abbiamo dato i farmaci, poi le abbiamo messo un sacchetto in testa e lo abbiamo chiuso. Laura non moriva e io e Silvia le abbiamo stretto le mani al collo”
Sarebbero queste le parole, riportate dall’Ansa, con cui Mirto Milani avrebbe ricalcato i contorni chiave della fase omicidiaria sostenendo di aver agito insieme alle due figlie di Laura Ziliani. Un quadro che, come emerso dopo il loro arresto, avrebbe restituito agli inquirenti l’immagine di un vero e proprio “trio criminale“.