Giuseppe Lantieri, omicida di Loredana Lopiano nel 2018, è stato condannato in via definitiva a 30 anni di carcere.
ll ragazzo accoltellò la madre della ex fidanzata perché non accettava di essere stato rifiutato. Dopo una breve fuga venne rintracciato nei pressi di una scogliera di Avola. La Procura di Siracusa ha avviato le indagini e ora l’accusa di omicidio è stata confermata, così come la pena che non ha beneficiato di attenuanti.
Loredana venne uccisa nel 2018 dall’ex fidanzato della figlia che non sopportava la fine di quella relazione. Quel giorno si recò a casa della ragazza ma ad aprire fu la madre, aggredita brutalmente a coltellate. A compiere l’omicidio fu il 19enne Giuseppe Lanteri che oggi è stato condannato in via definitiva a 30 anni di carcere.
Il fatti risalgono al 27 settembre del 2018, dicevamo, e le forze dell’ordine rintracciarono il giovane intorno a mezzanotte presso la costa di Avola, mentre l’omicidio avvenne intorno alle 7.30 del mattino dello stesso giorno, in un momento in cui la donna era da sola in casa con una delle figlie, mentre il marito era uscito da poco per recarsi a lavoro.
Intercettato grazie ai contatti telefonici con il cognato, Giuseppe è stato interrogato per ore e alla fine ha confessato l’omicidio dell’infermiera 47enne. Secondo quanto ricostruito dalle forze dell’ordine, il ragazzo nutriva un amore molto malato nei confronti di una delle figlie della donna, tanto da non accettare la fine della relazione.
Così quel giorno si presentò a casa della giovane ed ebbe un breve confronto con la madre, che aprì la porta. Poco dopo la aggredì violentemente al collo con diverse coltellate che risultarono fatali.
Loredana Lopiano venne soccorsa dagli operatori del 118, allertati dalla figlia 18enne che era in casa con lei, ma purtroppo non ci fu nulla da fare.
Ora Lantieri, che all’epoca dei fatti aveva 19 anni, dovrà scontare 30 anni di carcere. La Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dagli avvocati difensori del giovane di Avola, che avevano richiesto una nuova perizia psichiatrica per capire se l’imputato era in grado di intendere e di volere.
La sentenza emessa in appello a Catania è stata confermata e finalmente la famiglia otterrà giustizia per questo terribile omicidio. La prima a prestare soccorso alla madre fu proprio la ragazza per cui Giuseppe era andato fuori di testa e come da lei ammesso, questo trauma la segnerà a vita.
“deve marcire in prigione per ciò che ha fatto”.
Sembra che Giuseppe soffra di epilessia, per questo motivo la Difesa ha puntato molto sulle perizie psichiatriche per ottenere uno sconto di pena a causa dello stato psicofisico del ragazzo, ma non c’è stato nulla da fare. Per i giudici Giuseppe era perfettamente lucido quando si è presentato armato nell’abitazione di Avola e ha assassinato l’infermiera dell’ospedale Di Maria.
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