Veronica Panarello ha ucciso il figlio Loris Stival. Ne è convinta la procura di Ragusa che, al termine della requisitoria nell’ambito del processo, ha chiesto 30 anni per la madre del piccolo di 8 anni, ucciso il 29 novembre di due anni a Santa Croce Camerina: per la donna l’accusa è di omicidio premeditato. In aula erano presenti il marito Davide, che non crede alla sua versione, il padre di lei, Francesco Panarello, convinto invece della sua innocenza della figlia, ma soprattutto il suocero Andrea Stival da lei accusato di essere il vero omicida: l’uomo, a suo dire, avrebbe ucciso il nipote perché aveva scoperto la loro relazione. I magistrati non hanno creduto al suo racconto: il procuratore Carmelo Petralia e il sostituto Marco Rota hanno definito la Panarello “egocentrica, bugiarda e manipolatrice” a causa di un “protagonismo esagerato“.
CASO LORIS, I PROTAGONISTI DELLA VICENDA
L’accusa si è concentrata anche sul contesto in cui sarebbe maturato il delitto, sottolineando il “contrastato rapporto distorto” che la donna avrebbe avuto con il bambino, più un amico che un figlio.
Secondo i pm è “plausibile” che il movente sia stata la presunta relazione extraconiugale con il suocero, come da lei sostenuto: le sue affermazioni non sono suffragate da prove e quindi “il movente resta ininfluente” per la richiesta di condanna.