Luca Sacchi – 24 anni – venne ucciso con un colpo di pistola alla testa nell’ottobre del 2019, mentre si trovava con la fidanzata Anastasiya Kylemnyk nel quartiere Appio Latino a Roma.
Ridotte invece le condanne per Paolo Pirino e Marcello De Propris: da 25 anni del primo grado sono scese a 14 anni e 8 mesi.
La Corte d’Appello di Roma ha confermato le condanne di primo grado per tre dei 5 indagati nell’omicidio di Luca Sacchi, il personal trainer 24enne, ucciso a Roma nell’ottobre del 2019, durante un tentativo di rapina. Valerio Del Grosso, l’autore materiale dell’omicidio, è stato condannato a 27 anni di carcere con l’accusa di omicidio volontario, come emesso dalla sentenza di primo grado. La Corte d’Appello ha confermato anche la pena di 3 anni per Anastasiya Kylemnyk, l’allora fidanzata di Sacchi.
Per Paolo Pirino e Marcello De Propris, che aveva ceduto l’arma a Valerio Del Grosso, le condanne sono state ridotte a 14 anni e 8 mesi, mentre in primo grado ne era stata inflitta una da 25 anni.
Dopo la lettura della sentenza – come riferisce La Repubblica – ci sono stati momenti di forte tensione in aula, tra i familiari di alcuni imputati.
«Sono dispiaciuto per quello che è successo: mi rendo conto che anche per colpa mia è morto un ragazzo, ho un rimorso enorme per aver dato l’arma a quella persona e mi vergogno per aver creato questa situazione»
ha detto De Propris, che aveva prestato la pistola calibro 38 a Del Vecchio. L’arma con cui Luca Sacchi era stato ucciso apparteneva al padre di De Propris.
L’omicidio di Luca Sacchi risale alla notte tra il 23 e il 24 ottobre 2019, quando fuori un pub nel quartiere Appio Latino la fidanzata del ragazzo doveva scambiare, con De Propris e Del Grosso, 15 chili di marijuana in cambio di 70mila, contenuti nello zainetto della ragazza. I pusher volevano però rubare i soldi anziché fare lo scambio.
Luca Sacchi fu colpito prima con una mazza da baseball da Paolo Pirino e poi ucciso con un colpo di pistola calibro 38 alla testa. All’inizio, gli inquirenti ipotizzarono che Luca avesse reagito a un tentativo di rapina ai danni della ragazza, venendo così colpito con il colpo d’arma che gli costò la vita.
A fare da mediatore nella trattativa di compravendita della marijuana sarebbe stato Giovanni Princi, un ex compagno di scuola di Luca. L’acquisto però saltò perché, secondo quanto emerso da un’intercettazione telefonica, Del Grosso voleva incassare il bottino senza cedere la droga. Il denaro, verosimilmente conservato nello zainetto di Anastasiya, non è mai stato ritrovato.
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