Continuano i dettagli sconcertanti sulla terribile morte di Nino Calabrò e Francesca Di Dio, uccisi a martellate.
Il colpevole, Andrea Cardinale, è stato arrestato e ora dalle indagini emergono dettagli inquietanti, sembra infatti che già nei mesi scorsi il ragazzo sia stato ospite dalla famiglia di una delle due vittime.
Si chiamavano Nino Calabrò e Francesca Di Dio i due fidanzati ventenni di origini messinesi, trovati cadaveri il 22 dicembre nell’appartamento di lui, situato nel piccolo comune di Thornaby-on-Tees, nella contea del NorthYorkshire, in Inghilterra.
Dai contorni macabri di questa vicenda avvenuta per i problemi psichici del coinquilino di Nino, colpevole del duplice omicidio a martellate, emergono dettagli che fanno rabbrividire, sembra infatti che in passato il ragazzo avesse avuto rapporti con le famiglie dei due siciliani, e ora condivideva l’appartamento con Nino.
I corpi dei ventenni sono stati trovati senza vita proprio dal padre di Andrea, che allarmato dalle mancate risposte del figlio alle sue telefonate, aveva addirittura contattato la Questura di Milano e in seguito la divisione Interpol del Servizio Cooperazione internazionale di Polizia.
Nono sono emersi dettagli molto chiari in merito alla ricostruzione, quel che è certo è che Andrea soffre di problemi psichici importanti, innescati dopo una furibonda lite, ancora per motivi da chiarire, con i due fidanzati, culminata appunto in maniera tragica.
Sulla vicenda gli investigatori mantengono il riserbo, ma alcuni dettagli già sono noti. Francesca si recava spesso a trovare Nino e anche stavolta era volata in Inghilterra da lui per trascorrere insieme le vacanze di Natale.
Secondo la dinamica ufficiale, Andrea avrebbe colpito Nino alle spalle e poi ha sfigurato la ragazza. Il tutto sarebbe scaturito dalle dimissioni di Andrea, che lavorava nello stesso casinò di Nino e quest’ultimo avrebbe cercato di aiutarlo perché conosceva il suo disagio psichico.
Proprio a causa di queste problematiche il padre era andato a controllarlo e si è trovato davanti una scena da film dell’orrore, ovvero i corpi senza vita dei ragazzi, completamente devastati con un martello.
Secondo quanto emerge dalle indagini avviate dalla polizia di Cleveland, che subito hanno portato all’identificazione del coinquilino come autore della strage e quindi al suo arresto, sembra che Cardinale fosse stato ospitato anche in passato, in particolare dalla famiglia di Calabrò.
In occasione dei 18 anni della sorella di Nino ad ottobre infatti, il giovane che lavorava in Inghilterra come croupier, era tornato in Sicilia per andare dalla famiglia e il coinquilino originario di Palermo lo aveva seguito.
Mamma Salvina lo aveva accolto in casa, di certo non immaginava che di lì a breve avrebbe ucciso il suo ragazzo, anche perché fino a quel momento non c’era nessuna tensione che lasciasse presagire che qualcosa non andava.
Quella stessa famiglia che piange il suo ragazzo, ha accolto in casa sua il killer cercando di fargli sentire il calore familiare che forse gli mancava e che magari sarebbe stato di conforto nella sua situazione problematica.
Intanto è stata lanciata una raccolta fondi per aiutare le famiglie a riportare le salme dei ragazzi in Italia e procedere con i funerali. L’autopsia sarà eseguita nelle prossime ore e potrebbero essere necessari diversi giorni per il rimpatrio.
La raccolta ha intanto accumulato 3.600 euro che verranno donati per aiutare le famiglie in questa tragedia.
Nino era originario di Milazzo e per il giorno dei funerali, il sindaco Pippo Midili, ha disposto il lutto cittadino, così come la parrocchia alla quale la madre era legata, nel paese di Rocco in Calderà, ha organizzato una veglia di preghiera per manifestarle vicinanza nel lutto.
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