Dopo 11 ore di camera di Consiglio, la Corte d’Assise di Palermo ha pronunciato la sentenza di condanna per Pietro Morreale, accusato di aver ucciso la fidanzata – Roberta Siragusa – nella notte tra il 23 e il 24 gennaio dello scorso anno.
La pena decisa per il 21enne – accusato di omicidio aggravato dalla crudeltà e occultamento di cadavere – è ergastolo, con interdizione perpetua dai pubblici uffici e una richiesta di risarcimento per i familiari della vittima.
L’omicidio di Roberta Siragusa
Una serata con gli amici poi l’efferato delitto di Roberta Siragusa, 17enne di Caccamo, brutalmente uccisa nella notte tra il 23 e il 24 gennaio dello scorso anno. Quella sera Roberta e il fidanzato, Pietro Morreale (21 anni) erano stati a una festa con alcuni amici.
Dopo una breve discussione, i due si erano allontanati e da quel momento in poi di Roberta si sarebbero perse le tracce, fino al drammatico ritrovamento del suo cadavere qualche ora dopo.
Stando alla ricostruzione dei fatti, quella sera Roberta aveva comunicato al suo fidanzato di volerlo lasciare, ma Pietro Morreale non avrebbe accettato quella decisione. I due avrebbero avuto un’altra discussione mentre erano appartati in macchina, nei pressi di un campetto di calcio. A quel punto Morreale avrebbe colpito Roberta con un sasso.
Dopo averla tramortita, le avrebbe dato fuoco, cospargendola di un liquido infiammabile, presumibilmente benzina, di cui sono state ritrovate tracce nella sua auto. Intorno alle 9 del mattino seguente, Morreale si era recato alla vicina stazione dei carabinieri per raccontare la sua versione dei fatti. Il giovane fece ritrovare il corpo semicarbonizzato di Roberta nel fondo di un dirupo.
Morreale riferì che Roberta si era cosparsa con della benzina e poi si era data fuoco, gettandosi infine nel dirupo. Una versione dei fatti smentita in pieno dai video delle telecamere di sorveglianza di un locale della zona. Nelle immagini venne immortalata una persona – presumibilmente Morreale – mentre colpiva la vittima e poi le dava fuoco.
Mentre Roberta bruciava viva, Morreale avrebbe atteso nella sua auto. Dopodiché avrebbe caricato il corpo nel bagagliaio e lo avrebbe gettato nella scarpata, dove venne poi ritrovato.
L’agonia della ragazza durò dai 2 ai 5 minuti e la morte sopraggiunse – come emerso dall’autopsia – per via di un arresto cardiocircolatorio, provocato dallo stato di shock, causato a sua volta dalle innumerevoli ustioni sul corpo della vittima.
La condanna
Poco prima delle 23 di mercoledì 12 ottobre e dopo ben 11 ore di camera di Consiglio, la Corte d’Assise di Palermo ha pronunciato la sentenza di condanna per Pietro Morreale, accusato di aver ucciso la fidanzata.
Il 21enne è stato condannato all’ergastolo con l’accusa di omicidio aggravato dalla crudeltà e occultamento di cadavere. Non solo, Morreale dovrà risarcire i familiari della vittima: per la madre Iana Brancato è stato disposto un risarcimento di 225mila euro, per il padre di Roberta, Filippo Siragusa, 229mila euro, per il fratello Dario 209mila euro e per la nonna Maria Barone 117mila euro.
Morreale ha atteso la sentenza in carcere, mentre in aula erano presenti i familiari e una 30ina di amici di Roberta. Si dovranno attendere 90 giorni per leggere le motivazioni della sentenza, ma è plausibile che i legali dell’imputato – che si è sempre dichiarato innocente – facciano ricorso.