Lo scorso marzo la Corte d’Assise di Palermo ha condannato Pietro Morreale, ex fidanzato della vittima, alla pena dell’ergastolo. Questa mattina il legale del giovane, accusato dell’omicidio, ha cercato di smontare l’accusa, parlando di un terribile incidente.
Roberta Siragusa venne uccisa nella notte tra il 23 e il 24 gennaio del 2021. La ragazza venne colpita, poi data alle fiamme e infine gettata in un dirupo. In un video catturato da alcune telecamere di sorveglianza presenti in zona, si vede la 17enne, mentre brucia, che si alza, percorre quasi una trentina di metri e dopo 28 secondi finisce a terra, per poi continuare a bruciare altri sei minuti. Per l’accusa, ad appiccare il fuoco sarebbe stato Morreale, anche se non si vede il momento esatto, perché il giovane è nascosto da un muretto.
È toccato alla difesa di Pietro Morreale intervenire questa mattina nel processo d’appello che si sta celebrando davanti ai giudici della seconda sezione della corte d’assise di di Palermo per l’omicidio della 17enne di Caccamo, Roberta Siragusa, uccisa nella notte tra il 23 e il 24 gennaio del 2021. Il legale di Pietro Morreale, l’ex fidanzato della ragazza, condannato in primo grado alla pena dell’ergastolo, ha cercato di smontare le accuse rivolte al suo assistito.
“E’ stato solo un terribile incidente. Roberta cercava di spaventare l’ex che aveva scoperto che scambiava messaggi con un altro ragazzo e voleva lasciarla, per farlo tornare sui suoi passi, si sarebbe cosparsa di benzina e per un tragico incidente avrebbe provocato il rogo che l’ha uccisa”.
Il legale ha contestato anche l’ipotesi della miccia che diede vita all’incendio. Incendio che è stato ripreso in un video di alcune telecamere di sorveglianza presenti in zona, e che ha registrato gli ultimi, drammatici istanti di vita della giovane. Il legale ha anche fornito una spiegazione per il fatto che il corpo della 17enne sia stato gettato in un dirupo, dove è stato poi ritrovato.
“E’ stato per esaudire il desiderio che aveva espresso la ragazza in quanto quel luogo aveva un valore speciale per la loro relazione. Qui i due giovani avrebbero
trascorso momenti di intimità. E’ stato un gesto istintivo senza pensare alle conseguenze che questo avrebbe potuto provocare.”
Il legale di Pietro Morreale ha più volte ribadito, nel corso dell’arringa, che non si può condannare all’ergastolo un ragazzo di appena 21 anni e che il suo assistito merita una seconda possibilità.
Secondo l’accusa, la sera del delitto, la vittima e il suo ex fidanzato avevano avuto una violenta discussione al culmine della quale Morreale avrebbe condotto la vittima in una zona abbandonata. Una volta lì avrebbe colpito la ragazza a sassate, per poi darla alle fiamme – quando era ancora viva – e infine gettarla in un dirupo nelle campagne di Caccamo, dove lui stesso l’ha fatta ritrovare la mattina seguente all’omicidio.
Il ragazzo ha sempre riferito di essere estraneo ai fatti, raccontando che era stata Roberta a cospargersi di benzina e poi gettarsi nel dirupo.
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