La sentenza della Cassazione sull’omicidio di Sarah Scazzi ha confermato l’ergastolo per Cosima Serrano e la figlia Sabrina Misseri. La zia e la cugina della ragazzina uccisa a 15 anni ad Avetrana il 26 agosto 2010. La Cassazione ha anche confermato la condanna a otto anni per soppressione di cadavere per Michele Misseri, zio di Sarah e marito di Cosima. Dopo quasi sette anni, con la sentenza della Cassazione, possiamo dire che è davvero finita.
La sentenza della prima sezione penale della Cassazione, attesa per lunedì sera, è arrivata martedì mattina. I giudici hanno confermato la sentenza di secondo grado per la morte di Sarah Scazzi: ad ucciderla sono state quindi Cosima e Sabrina e non lo zio Michele, reo però di aver soppresso il cadavere e di aver coperto la moglie e la figlia. Più volte, infatti, aveva mentito con dichiarazioni contraddittorie, scaricando su di sé la colpa dell’omicidio. La Corte ha poi abbassato di un anno (riducendola a quattro anni e 11 mesi) la pena per Carmine Misseri, il fratello di Michele, per concorso nell’occultamento del cadavere di Sarah.
(Cosima Serrano e la mamma di Sarah)
Lunedì il sostituto pg Fulvio Baldi, in aula, aveva ribadito la colpevolezza delle due imputate Cosima e Sabrina al di là di ogni ragionevole dubbio: «Sono convinto della ricostruzione colpevolista della sentenza d’appello. Sabrina era in uno stato di agitazione e nervosa frustrazione, accusava Sarah di aver contribuito alla fine della storia con Ivano Russo, di aver rivelato dettagli della sua condotta sessuale gettando discredito su di lei e sulla sua famiglia. La madre solidarizza, con un atteggiamento da madre del Sud. Ne nasce una discussione in cui Sarah risponde da 15enne, scappa via, ma riescono a raggiungerla per darle la lezione che merita, una lezione evidentemente assassina. Poi danno ordine a Michele Misseri di disfarsi del corpo». Mentre Sabrina Misseri, secondo Baldi, aveva il «necessario cinismo» per uccidere Sarah, la madre Cosima era mossa da una «partecipazione emotiva credibile alla vita della figlia».
Gli avvocati difensori: «Errore giudiziario»
Gli avvocati difensori delle donne hanno invece parlato di «errore giudiziario» come «spesso capita quando i processi si celebrano sotto gli occhi dell’opinione pubblica». A uccidere Sarah sarebbe stato lo zio, Michele Misseri. Secondo la tesi difensiva, smentita però dalla sentenza della Cassazione, avrebbe ucciso Sarah Scazzi in un tentativo di violenza sessuale. «Rimaniamo convinti che c’è un colpevole e due innocenti che stanno scontando la pena al suo posto – ha commentato a caldo Roberto Borgogno, legale di Cosima Serrano – Sono due sventurate. Non ci arrendiamo. Combatteremo fino alla fine. È una battaglia per la giustizia, perché siamo davanti a un enorme errore giudiziario».
Omicidio Sarah Scazzi, è davvero finita?
Secondo la legge italiana, il caso Scazzi si è chiuso definitivamente con la sentenza della Cassazione, che corrisponde di fatto al terzo grado di giudizio. Ricordiamo che il compito della Cassazione non è giudicare il fatto ma i giudici, ovvero controllare che nei precedenti gradi di giudizio la legge sia stata applicata correttamente. Insomma, la giustizia ha stabilito che a uccidere Sarah sono state la zia Cosima e la cugina Sabrina. Eppure, potrebbe non essere finita del tutto. «Combatteremo fino alla fine», ha promesso l’avvocato di Cosima Serrano. Come? Potrebbe fare ricorso alla Corte di giustizia europea o, nel caso trovasse nuove prove, chiedere la revisione del processo. La seconda strada, dopo sette anni, appare impossibile.
Il processo Scazzi è dunque finito, chiudendo questa triste pagina di cronaca nera. L’omicidio di Sarah Scazzi (come altri avvenuti in Italia negli ultimi anni) è stato trasformato in show mediatico, seguito morbosamente dalle telecamere e dai curiosi, dai salotti televisivi fino a Via Deledda, la strada della villetta dei Misseri dove la ragazza è stata uccisa. Strada presa d’assalto da curiosi che, nei mesi successivi all’omicidio, raggiungevano Avetrana da tutta la Puglia e non solo, per vedere dal vivo la villetta degli orrori e scattare una foto. Come fosse il set di un film. Il turismo dell’orrore. Si spera che adesso sia tutto finito, anche per far riposare veramente in pace la povera Sarah.
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