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Omicidio Sarah Scazzi, Sabrina Misseri e Cosima Serrano in tv: ‘Voleva farsi adottare da noi’

[didascalia fornitore=”altro”]Un momento dell’intervista di Franca Leosini a Sabrina Misseri a ‘Storie Maledette'[/didascalia]

Sabrina Misseri e Cosima Serrano parlano in tv per la prima volta dalla condanna definita all’ergastolo per l’omicidio di Sarah Scazzi, cugina e nipote delle due donne, uccisa a 15 anni ad Avetrana il 26 agosto 2010 e il cui cadavere venne ritrovato il 29 settembre dallo zio, Michele Misseri. L’occasione è l’intervista concessa a Franca Leosini per il programma di Rai Tre “Storie Maledette” dal carcere di Taranto. Le due donne danno la loro versione dei fatti e soprattutto del loro rapporto con Sarah: se Sabrina racconta il “rapporto speciale” che aveva con la cugina, la zia arriva a dire che la nipote avrebbe voluto farsi adottare da loro tale era il legame che le univa.

Nella prima parte dell’intervista andata in onda domenica 11 marzo, Sabrina Misseri svela alla giornalista quanto tenesse a Sarah tanto da definirla “la sorella che non ho mai avuto”. Secondo il suo racconto, la 15enne era sempre a casa loro e lei stessa se ne prendeva cura: “Non aveva un’alta autostima e la portavo con i miei amici perché si lasciasse un po’ andare”, dice Sabrina che rivela di essere stata vittima di bullismo da piccola, come Sarah.

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La versione della famiglia amorevole nei confronti della 15enne viene confermata anche da Cosima Serrano che svela particolari finora inediti. “La piccola era molto legata a noi, voleva farsi adottare e portava una mia foto nella borsa dicendo che si trattava di sua madre. Quando mi disse che voleva essere adottata da noi, ho smesso di giocare con lei. Non stava bene toglierla alla famiglia”, rivela la donna.

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Nel corso dell’intervista Sabrina parla con la giornalista del suo rapporto con Ivano Russo. “Lei praticava massaggi a Ivano Russo, ma sembra che a muovere le mani con efficacia felicemente terapeutica fosse anche Ivano Russo su di lei”, le dice Franca Leosini. Sabrina sbotta: “Questo lo dice lei. Non successe nulla in casa, non avrei potuto con mia mamma a casa”.

Quando infine si arriva a quel pomeriggio di agosto, quando avvenne l’omicidio, e ai messaggi tra Sarah e l’amica Mariangela, che per gli inquirenti altro non furono che il tentativo di depistare le indagini, la giovane scoppia in lacrime: “Mi hanno dipinta come un serial killer”.

Lorena Cacace

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