Rinviata l’udienza per il processo sull’omicidio dell’ex primo ministro giapponese Shinzo Abe, a causa di un allarme bomba.
Stando a quanto emerso, un oggetto sospetto è stato ritrovato al tribunale di Nara, dove oggi era in programma il processo per colui che è ritenuto responsabile dell’omicidio dell’ex premier. Così il personale è stato evacuato e anche i visitatori. L’oggetto si trovava in una borsa lasciata incustodita e dopo l’allarme, la polizia ha inviato un nucleo specializzato nella gestione degli esplosivi per ispezionarla.
Tetsuya Yamagami è il nome del 42enne che sta affrontando il processo per l’omicidio dell’ex primo ministro giapponese Shinzo Abe. Oggi era prevista un’udienza nel Tribunale di Nara ma un allarme bomba ne ha causato la cancellazione e quindi il rinvio a data da destinare.
Le prime udienze preliminari dovevano iniziare dalle 15 ora locale in Giappone, che corrisponde alle 8 in Italia. Però, per questo episodio, la Corte distrettuale ha comunicato di aver rimandato tutto per la sicurezza dei funzionari del Tribunale, dei pubblici ministeri e dei legali, che è la priorità.
Non è chiaro se l’attentato sia stato organizzato da sostenitori del presunto killer che sparò ad Abe nel corso di un discorso elettorale, oppure da chi condanna il gesto, infatti oggi doveva essere presente anche lui in aula.
Una strage sventate tempestivamente grazie all’intervento delle autorità anche se al momento non abbiamo notizie su ciò che effettivamente contenesse il borsone. L’area è stata evacuata e si procede con la messa in sicurezza. Nel frattempo i funzionari del Tribunale stanno concordando una nuova data.
Shinzo Abe, ex premier giapponese, si era recato l’8 luglio del 2022 nella città di Nara per partecipare al comizio di Kei Sato, candidato del suo partito alla Camera dei Consiglieri. Due giorni dopo ci sarebbero state infatti le elezioni e il ruolo di Abe in quell’evento era tenere un discorso a favore del politico.
Durante questo però, intorno alle 11,30, fu raggiunto da due colpi di arma da fuoco sparati dall’ex militare Yamagami, facente parte della Forza militare marittima di autodifesa che si occupa di difendere le acque territoriali e le comunicazioni navali del Paese.
Il primo colpo raggiunse il collo e il secondo, quello mortale, il cuore. Abe fu trasportato d’urgenza in ospedale fra lo scompiglio generale dei presenti e nel pomeriggio fu dichiarato morto per dissanguamento. Aveva perso molto sangue e i medici non riuscirono a salvarlo.
Il responsabile venne individuato e arrestato dalle forze dell’ordine, alle quali riferirà di aver fabbricato lui stesso l’arma perché nutriva rancore nei confronti del movimento religioso “Chiesa dell’unificazione”, collegato secondo lui ad Abe. Riferì che la madre era stata fortemente plagiata da questo gruppo e nel tempo aveva sofferto di problemi gravi, per questo il militare incolpava Shinzo Abe poiché lui ne aveva permesso e promosso la diffusione in Giappone.
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