Dopo l’omicidio di Valentina Giunta, la 32enne uccisa a coltellate dal figlio 15enne, resta il dolore e la rabbia per un dramma che molti avevano già annunciato.
Proprio la cugina della vittima, Cristina Bonanzinga, ha raccontato la vita difficile che Valentina era costretta a vivere, nel terrore che potesse capitarle qualcosa di terribile.
Cristina le aveva proposto di seguirla in Germania, per allontanarsi dall’ex marito, già in carcere per rapine e un tentato omicidio.
Quattro coltellate, inferte per uccidere: è così che è morta Valentina Giunta, la 32enne uccisa lo scorso lunedì notte nella sua abitazione in via Di Giacomo, nel quartiere San Cristoforo, a Castello Ursini (Catania).
A ucciderla, con un’arma che non è ancora stata trovata, il figlio 15enne.
Da tempo i rapporti tra madre e figlio erano tesi. Il delitto della giovane mamma sarebbe avvenuto al culmine dell’ennesima lite.
Valentina Giunta aveva anche un figlio più piccolo, un bambino di 10 anni, che è stato affidato ai nonni paterni.
La vita di Valentina non era stata facile: aveva sposato un uomo, il padre dei suoi figli, che ben presto si era rivelato possessivo e geloso.
Il primo figlio era nato subito, poi dopo qualche anno era arrivato anche il secondo bambino. Il marito però le impediva di vivere la sua vita. Poi era finito in carcere con l’accusa di tentato omicidio e di rapina.
Nonostante la fedina penale, il figlio maggiore di Valentina era molto legato al papà, tanto da dedicargli continui messaggi d’amore sulle piattaforme social.
La 32enne invece voleva allontanare i suoi figli da quell’uomo, ma soprattutto il primo si era mostrato in totale disaccordo.
La morte di Valentina Giunta, alla luce degli eventi, sembrava una di quelle tragedie annunciate.
A raccontarlo è una cugina della 32enne, Cristina Bonanzinga, che la vittima considerava una sorella acquisita.
Le due donne erano molto legate, tanto che la stessa Cristina, che vive e lavora in Germania, le aveva più volte proposto di seguirla all’estero.
Sembra che Valentina Giunta stesse seriamente valutando la sua proposta, ma voleva prima sistemare la vendita della casa.
“C’erano stati tanti, troppi segnali; il figlio maggiore era stato totalmente plagiato dalla nonna paterna con la quale viveva mentre padre e nonno sono in carcere”
ha raccontato tra le lacrime Cristina, che ha dedicato alla sua amata Valentina un ultimo ricordo su Facebook, a corredo di una foto che le ritrae felici, insieme, mentre gustano un gelato.
Stando alla testimonianza della donna, il marito, nonostante fosse detenuto, continuava a inviarle messaggi anonimi, pieni di minacce e parole di odio.
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