Un milione di euro per andare avanti, forse anche per perdonare chi ha massacrato un figlio di soli 23 anni per “capire cosa si prova a uccidere”. La proposta arriva dal carcere romano di Regina Caeli: Manuel Foffo ha scritto una lettera ai genitori di Luca Varani, vittima della sua presunta furia omicida e del complice Marc Prato, in cui si dice disposto a donare alla famiglia del 23enne i suoi beni per un importo pari al milione di euro. “So che il vostro dolore è incolmabile ma sappiate che lo è anche il mio per ciò che ho fatto“, scrive il giovane. La risposta arriva dalle pagine de Il Giornale. “Non abbiamo nessun bisogno dei soldi dell’assassino di nostro figlio: è denaro maledetto e non lo accetteremo mai“, hanno risposto i familiari.
Nella lettera, Foffo si mostra pentito e dice di voler riparare al male fatto. “Voglio pagare con l’ergastolo, ma voglio pagare anche materialmente donando a voi tutto ciò che possiedo del patrimonio di famiglia a me spettante. Mi rendo conto che questo non vi restituirà il vostro Luca, ma magari vi aiuterà a fare delle opere di bene in sua memoria“. Si tratterebbe di un quarto delle proprietà di famiglia, con un valore di circa un milione di euro.
La risposta della famiglia Varani non si è fatta attendere. Non vogliono sentir parlare di quel denaro maledetto, anzi “la sola idea di donarcelo è un ulteriore affronto al nostro dolore“, fanno sapere dalle pagine del quotidiano di Sallusti. Manuel Foffo è però deciso ad andare avanti, con l’appoggio del padre Valter (difficile dimenticare come difese il figlio che non poteva essere gay perché ‘a noi Foffo piacciono le donne‘). Il suo avvocato, racconta Il Giornale, sta preparando tutte le carte e porterà un notaio in carcere per notificare il trasferimento dei beni ai genitori di Luca Varani, mentre Manuel continuerà a collaborare perché vuole espiare il male fatto a Luca e alla sua famiglia.
“Non si dà pace per l’assurdità del crimine commesso“, ha dichiarato l’avvocato Michele Andreano, sottolineando la diversità tra lui e Marc Prato, altro accusato dell’omicidio. “Anche per questo la lettera di Pietro Maso lo ha profondamente turbato“, ha detto in merito alla missiva in cui Maso diceva di capire perché avesse voluto uccidere il padre. “Foffo si è pentito del suo gesto immediatamente e non ha nulla a che fare con il percorso giudiziario e umano di Pietro Maso“, ha chiosato il legale.
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