Oggi il procuratore generale ha chiesto la conferma della pena all’ergastolo per i fratelli Bianchi, accusati dell’omicidio di Willy nel 2020. Monteiro Duarte era stato picchiato a morte davanti a un locale di Colleferro, in una zona della movida spesso frequentata da giovanissimi. Richiesta anche la conferma alle pene inflitte a Mario Pincarelli e Francesco Belleggia.
La Procura generale ha chiesto alla Corte d’Assise d’Appello di confermare la condanna all’ergastolo di Gabriele e Marco Bianchi, accusati di aver ucciso a calci e pugni il 21enne originario di Capo Verde Willy Monteiro Duarte nel settembre del 2020 davanti a una locale di Colleferro. L’accusa ha usato parole molto dure nel definire l’uccisione del ragazzo, chiedendo la conferma del precedente grado di giudizio.
Sono passati quasi tre anni da quella notte terribile del 6 settembre, quando nelle redazioni arrivò la notizia della morte a calci e pugni di un ragazzo 21enne di origini capoverdiane, Willy Monteiro Duarte, morto in seguito alle ferite riportate durante una lite con un gruppo di ragazzi davanti a un pub di Colleferro.
La “colpa” del ragazzo, quella di aver cercato di difendere un suo amico durante una lite. Nello scontro, altri due ragazzi rimangono feriti. I quattro autori del tremendo pestaggio scappano, ma vengono fermati e arrestati poco dopo. Si tratta di due fratelli, Marco e Gabriele Bianchi, appassionati di arti marziali estreme, Francesco Belleggia e Mario Pincarelli.
Il processo è iniziato nel 2021, e oggi, dopo la sentenza di primo grado che ha condannato all’ergastolo i fratelli Bianchi, la Procura generale ha richiesto nel corso della requisitoria alla Corte d’Assise d’Appello di confermare la pena.
“La morte di Willy è un evento indecente, è assurda nei motivi e nelle modalità che l’hanno determinata. In questo lasso temporale, tutti gli imputati non solo non hanno mai desistito ma, anzi, hanno intensificato la condotta: lo hanno fatto agendo in quattro contro uno, proseguendo per tutto questo tempo a martoriare Willy, infierendo su un corpo che, sin dai primi secondi, già appariva totalmente remissivo”, ha dichiarato il pg, secondo il quale il pestaggio sarebbe durato 50 secondi.
Poco più di un mese dopo la morte di Willy, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella decise di conferirgli la Medaglia d’Oro al Valor Civile postuma, con la seguente motivazione: “Con eccezionale slancio altruistico e straordinaria determinazione, dando prova di spiccata sensibilità e di attenzione ai bisogni del prossimo, interveniva in difesa di un amico in difficoltà. Luminoso esempio anche per le giovani generazioni, di generosità, altruismo, coraggio e non comune senso civico, spinti fino all’estremo sacrificio”.
Durante le prime fasi del processo, iniziato a giugno del 2021, i Bianchi buttano su Belleggia la responsabilità della morte di Monteiro, con il maggiore, Gabriele, che spiega come fosse intenzionato a dire fin da subito la verità sulla responsabilità dell’ex amico ma sia stato fermato dal suo avvocato. Una versione sentita categoricamente dal ragazzo.
Nel 2022 l’accusa chiede l’ergastolo per i due fratelli di Artena e 24 anni per ciascuno degli altri due imputati. Stando i pm, l’azione sarebbe stata guidata dai Bianchi, esperti di Mma, che quella notte avevano “intenzione di uccidere” e hanno trovato il loro “sfogo” in Willy.
Le intercettazioni confermano quanto avvenuto, con Pincarelli che conferma quanto avvenuto, arrivando ad affermare di averlo colpito ancora quando era già a terra. A luglio in primo grado i fratelli Bianchi vengono condannati all’ergastolo, Francesco Belleggia a 23 anni e Mario Pincarelli a 21.
Lo scorso 28 marzo è iniziato il processo in Corte d’Assise d’Appello, e i difensori dei Bianchi hanno deciso di fare ricorso ritenendo non valide le testimonianze a carico dei loro clienti in quanto molti dei testimoni quella sera sarebbero stati ubriachi, inoltre ritengono come l’autopsia non abbia fatto chiarezza su quale sia stato il colpo effettivamente mortale a Willy.
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