Scoperta una relazione tra la recente variante Covid Omicron 5 e nuovi sintomi che colpiscono i contagiati di notte.
Il virus SARS-Cov-2, che si associa alla malattia che comunemente chiamiamo Covid, continua la sua evoluzione in varianti sempre più infettive e resistenti. L’ultima di queste è l’Omicron BA.5.
La perdita dell’olfatto e del gusto, sono sintomi invisibili frequentemente associati ai contagiati di covid fino a quella che è stata chiamata variante Delta. Adesso, questi sintomi sono meno comuni. Per la successiva variante Omicron i sintomi vanno dal forte mal di testa, crisi respiratorie e fatica estrema. Nel quadro sintomatologico delle mostre di pazienti studiati, sono stati identificati almeno 62 sintomi persistenti.
Ma la scienza non riposa e l’annuncio su un’emittente radio irlandese di una nuova scoperta, relazionata con i sintomi prodotti dalla più recente variante Covid, fa luce su una nuova eventualità. Il professore e immunologo irlandese Luke O’Neill, suggerisce la strana connessione tra un eccesso anomalo di sudorazione notturna e il possibile contagio della nuova variante Omicron BA.5.
Si può ironizzare che in pieno agosto, con il calore che affligge la penisola e la necessità per molti di lasciare spento il condizionatore per risparmiare sull’aumento del costo dell’energia, non sia facile distinguere un sudore dall’altro. Tuttavia, la quantità di liquido prodotto dalle nostre ghiandole a causa del contagio sarebbe allarmante. E l’eccesso di secrezione sufficiente a inzuppare le lenzuola fino, in certi casi, alla necessità di cambiarle. Ragione più che valida per fare un test Covid.
Le conseguenze planetarie della pandemia sono presenti anche se questa arida estate ci distrae dalla sua pericolosità. Il Covid non dà tregua e assistiamo a un aumento di casi a livello mondiale e un tasso di positività nazionale superiore al 18%.
L’ascesa di Omicron BA.5, sembra rispondere al principio di adattamento della selezione naturale, che porta a varianti altamente contagiose e resistenti capaci di reinfettare chi è stato già colpito dalla malattia.
Questo nuovo ceppo ha generato un’immediato allarme per la sua velocitá di diffusione, aumentando sensibilmente i casi di contagio soprattutto in Europa e negli Stati Uniti. La preoccupazione degli scienziati è che possa evolversi in una nuova malattia. Fortunatamente, questa nuova variante non sembra ancora aumentare la gravità dell’infezione.
Non ci resta che sperare nell’efficacia dell’immunità dei vaccini e, seguire il consiglio dell’immunologo O’Neill di rinforzare la nostra protezione, se vogliamo dormire sonni tranquilli.
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