Meteo, la nuova fiammata nord-africana in atto non risparmia praticamente nessuno. In Spagna, un periodo di calura intenso è già cominciato da ieri, portando con sé il rischio crescente di scatenare incendi devastanti. Secondo le informazioni fornite da AEMET, l’ente meteorologico nazionale, diverse regioni del Paese affronteranno nei prossimi giorni un’onda di caldo che potrebbe far schizzare le temperature massime ben oltre i +40°C.
L’avviso è valido già dalla giornata di ieri ed almeno fino a domani, si prevede una situazione di “rischio estremo” di incendi che coinvolgerà la maggior parte della Spagna peninsulare. Attualmente, le squadre di vigili del fuoco sono concentrate sul contenimento di due roghi di notevole entità che sono sorti di recente: uno in prossimità di Cadice e l’altro nei pressi di Girona, vicino al confine con la Francia.
La carenza di precipitazioni nella scorsa settimana ha costretto il governo regionale a intraprendere misure decisive, dichiarando lo stato di emergenza. Questa situazione ha colpito circa 8,7 milioni di cittadini spagnoli, i quali sono soggetti a restrizioni nell’uso dell’acqua a causa dell’acuirsi della siccità e di un meteo sempre più estremo.
La Catalogna (con 6,6 milioni di persone interessate) e l’Andalusia (circa 2 milioni) sono state particolarmente colpite. Secondo quanto riportato da “El Pais”, nella maggior parte del territorio catalano, le restrizioni spaziano dalla limitazione della fornitura idrica nelle abitazioni al divieto di attività come il lavaggio delle automobili e la riduzione dell’irrigazione agricola.
Nel frattempo, in Portogallo, le autorità hanno ampliato l’allerta rossa per il rischio di incendi a Lisbona e Setúbal, estendendo così la precedente allerta lanciata per le regioni di Castelo Branco, Santarém, Évora e Portalegre. Questa decisione è motivata dalle previsioni di temperature elevate per i giorni a venire.
Nonostante un’estate relativamente meno calda rispetto ad altre zone del sud Europa, il Portogallo ha subito nelle ultime giornate forti ondate di calore e numerosi incendi di rilevanza. Attualmente, la Protezione civile è impegnata a contrastare almeno tre incendi di notevole entità, mentre circa un migliaio di vigili del fuoco lavorano instancabilmente nei pressi di Odemira, Mangualde e Ourém.
Quest’ultima località si trova a breve distanza da Fátima, dove durante il fine settimana scorso un incendio ha oscurato il cielo con una densa nuvola nera proprio nel corso della visita di Papa Francesco.
L’annuncio rilasciato il 27 luglio dall’Organizzazione meteorologica mondiale (OMM) ha scosso l’attenzione a livello globale. Era stato ipotizzato, infatti, che il mese oggetto di discussione potesse stabili, così come poi è stato, un nuovo record come il periodo più caldo mai documentato sulla Terra.
Secondo la comunicazione ufficiale, basata sui dati del Copernicus Climate Change Service (C3S) e il suo ERA5, le prime tre settimane di luglio 2023 hanno segnato un sorprendente primato come le più calde finora registrate. Questo dato non solo suggerisce che luglio si stia dirigendo verso il primato di essere il mese più caldo mai osservato in questa fase dell’anno, ma sta anche sfidando il record storico risalente al luglio 2019.
La temperatura media mondiale della superficie dell’aria nei primi 23 giorni di luglio 2023 ha raggiunto 16,95°C, superando significativamente i 16,63°C registrati per l’intero mese di luglio 2019, che mantiene ancora il titolo del luglio più caldo e, in generale, del mese più caldo mai registrato.
Queste anomalie termiche sono da ricollegare, ovviamente, alle molteplici e lunghe ondate di calore che hanno colpito vaste aree del Nord America, dell’Asia e dell’Europa.
Tali eventi, associati agli incendi devastanti in paesi come il Canada, la Grecia e l’Italia, hanno lasciato un’impronta significativa. Conseguenze, infatti, si sono avute sulla salute umana, sull’ecosistema e sull’economia delle comunità coinvolte.
Il Dott. Carlo Buontempo, alla guida del Copernicus Climate Change Service (C3S) presso il Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (ECMWF), ha sottolineato come “questi record di temperatura siano allineati con l’andamento inesorabile dell’aumento globale delle temperature. Le attività umane svolgono un ruolo chiave nell’impulsare questa crescente tendenza”.
Inoltre, ha dichiarato che “è improbabile che il primato di luglio rimanga un caso isolato quest’anno. Le previsioni stagionali del C3S indicano chiaramente che le temperature nelle aree terrestri supereranno probabilmente l’80° percentile rispetto alla climatologia media per questo periodo dell’anno”.
Il Prof. Petteri Taalas, Segretario Generale dell’Organizzazione meteorologica mondiale, ha espresso preoccupazione per i risultati attuali, sottolineando che “le condizioni climatiche estreme che hanno colpito milioni di individui a luglio rappresentano, purtroppo, una manifestazione tangibile del cambiamento climatico”. Una situazione che secondo il Segretario è una chiara anticipazione del futuro.
Il Portogallo presenta una varietà di climi che si differenziano da regione a regione, contribuendo a creare un quadro climatico ricco e diversificato. Nel complesso, il paese è caratterizzato da un clima mediterraneo, ma con sfumature oceaniche e continentali che influenzano le sue diverse zone climatiche.
Nelle regioni costiere, come quelle che circondano Lisbona, l’Algarve e Porto, il clima mediterraneo si fa sentire. Qui le estati si rivelano calde e secche, mentre gli inverni sono miti e umidi, con temperature che si aggirano attorno ai 10-15°C. Durante i mesi estivi, le massime possono facilmente superare i 30-35°C.
Le regioni costiere settentrionali, come Porto, sono invece influenzate dall’oceano Atlantico, dando vita a un clima oceanico. Le estati qui sono più fresche rispetto alle aree mediterranee, con massime solitamente attorno ai 20-25°C. Gli inverni risultano meno rigidi rispetto alle zone interne e le precipitazioni sono più uniformemente distribuite lungo l’anno.
Alcune parti centrali e settentrionali, come l’Estremadura e parte della Beira Alta, presentano una sorta di transizione tra i climi mediterraneo e oceanico. Qui le estati sono più calde rispetto alle aree oceaniche, ma comunque più miti rispetto alle regioni mediterranee. Gli inverni possono divenire freddi, con temperature che scendono talvolta al di sotto dello zero.
Le zone montane, come la Serra da Estrela, offrono un clima montano con inverni freddi e innevati. Le temperature invernali sono spesso rigide, con valori sotto lo zero, mentre le estati regalano un clima più fresco e gradevole.
Vale la pena sottolineare che il Portogallo ha affrontato anche nel passato periodi di siccità, soprattutto durante i mesi estivi. Ma quello che sorprende, è la frequenza con la quale oggi si registrano periodi del genere.
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