Onde gravitazionali: Edison premia il team che le ha scoperte

Onde gravitazionali

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Il premio europeo per la fisica Eps-Edison-Volta 2018 è stato assegnato agli scienziati che hanno scoperto l’esistenza delle onde gravitazionali che Albert Einstein aveva previsto nel 1916 nell’ambito della teoria della relatività. La premiazione è avvenuta nel corso di una serata-evento organizzata in occasione del Lake Como Festival della Luce, al Teatro Sociale di Como, per la Giornata Internazionale della Luce istituita dall’Unesco.

Negli anni ’50 la Fondazione Somaini, allo scopo di onorare la figura di Alessandro Volta, ha istituito il premio italiano per la fisica, che oggi è diventato il premio europeo biennale per la fisica Eps-Edison-Volta. Il vincitore del premio è selezionato da una commissione istituita dalla Società Europea di Fisica. Questo riconoscimento, che porta a Como figure di alto prestigio scientifico internazionale, ”è un omaggio alla figura di Volta ed è anche uno stimolo affinché la nostra città si impegni in una maggior valorizzazione del grande scienziato comasco”, ha sottolineato il direttore scientifico della Fondazione Alessandro Volta Giulio Casati.

A ritirare il prestigioso riconoscimento è stato il fisico scozzese Jim Hough, dell’università di Glasgow e Catherine Nary-Man, director of research al Cnrs di Parigi, in rappresentanza del team internazionale composto da Alain Brillet dell’osservatorio della Costa Azzurra di Nizza, Karsten Danzmann del Max-Planck-Institut di Hannover e Adalberto Giazotto dell’Istituto nazionale di fisica nazionale di Pisa.

La giuria ha deciso di conferire ai quattro ricercatori il premio “per lo sviluppo, nei rispettivi Paesi, delle tecnologie cruciali e delle innovative soluzioni sperimentali, che hanno permesso ai rivelatori di onde gravitazionali Ligo (Usa) e Virgo (Italia) di rilevare i primi segnali di onde gravitazionali generati dalla fusione di sistemi binari di buchi neri e stelle di neutroni’.

Jim Hough racconta: “Nel 1971 indagavamo questi ambiti scientifici sviluppando rilevatori alla ricerca delle onde gravitazionali”. Nel corso degli anni “siamo passati dall’uso di barre di alluminio risonanti fino ad arrivare al moderno interferometro”. Poi “io sono entrato a far parte del team di ricercatori tedeschi di Geo600 che lavorava allo sviluppo della tecnologia per Ligo negli Stati Uniti”. In particolare, “la mia ricerca, finalizzata all’applicazione del sistema di sospensione che avevo realizzato insieme ai miei colleghi a Glasgow, ha permesso la realizzazione dell’Advanced Ligo, che ha migliorato in maniera sostanziale la sensibilità dei rivelatori, consentendoci di ottenere questi risultati”.

Le onde gravitazionali, spiega Catherine Nary-Man: “ci danno informazioni preziose sulle galassie; secondo molti addirittura sull’origine dell’universo”. Per il momento “io direi piuttosto che svelano il modo in cui le stelle si sono formate”. In ogni caso “le onde gravitazionali ci mandano segnali di frequenza mai percepiti dai telescopi e rappresentano frequenze mai registrate prima, che permettono di arrivare fin nel cuore delle galassie, dei pianeti e dei buchi neri”.

Durante la cerimonia è stata assegnata anche la borsa di studio in memoria di Francesco Somaini: “Una bellissima finestra sulle più importanti imprese scientifiche in atto – sottolinea Claudio Serracane, direttore research, development & innovation di Edison – che ci permette di contribuire all’evoluzione della tecnologia applicata alla produzione di energia con l’assegnazione di una borsa di studio a un giovane ricercatore italiano che così potrà progredire negli studi e apportare il suo contributo alla comunità”.

A ricevere il premio Guido Menichetti, laureato in Fisica all’università di Pisa, dove ha svolto anche il dottorato e attualmente in forza al Graphene Labs dell’Istituto italiano di tecnologia di Genova (IIT). Il giovane ricercatore potrà così svolgere un tirocinio in una università estera per studiare le proprietà dei materiali 2D, quali il grafene, candidati allo sviluppo di nuovi dispositivi per l’immagazzinamento di energia: “Sono orgogliosissimo di aver vinto questa borsa che – dice Menichetti – mi permetterà di visitare i laboratori con cui collaboriamo e soprattutto è il riconoscimento del lavoro che ho svolto finora”.

La “mia intenzione è di andare a lavorare per un periodo alla Sorbona, a Parigi, per studiare le proprietà optoelettroniche dei materiali bidimensionali come il grafene, o i materiali ferromagnetici bidimensionali e quelli che vengono chiamati materiali topologici”. L’obiettivo – conclude – è di “studiare possibili applicazioni di questi materiali in microscopia oppure in biosensori o anche in laser perché vorremmo riuscire a confinare la luce in piccolissimi spazi”.

In collaborazione con AdnKronos

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