Finalmente un prodotto giapponese a puntate – che si chiamano Anime per chi non lo sapesse – che mi ha convinto al 100%. Sto parlando della serie One Punch Man tratta dall’omonimo manga che sto ancora finendo di leggere proprio per colpa della serie animata: ragazzi su Netflix rimanere incollati allo schermo diventa una droga e questi 12 episodi sono passati in fretta, troppo in fretta.
One Punch Man è un manga nato sul web. E già qui vediamo le prime differenze con la media degli altri prodotti nipponici. L’autore, One, inizia la sua avventura con il racconto che lo rende celebre nel 2009, è subito un gran successo. Nel 2012 i racconti diventano cartacei grazie anche alla collaborazione con il disegnatore Yūsuke Murata. Da lì è storia: un successo dietro l’altro. Lo sbarco in Europa, poi in Italia, uno dei mercati più importanti per il Giappone, e poi la serialità su Netflix. Il prodotto è vincente.
Di cosa parla? Domanda leggittima, e adesso vi spiego in breve la trama, ma la domanda da porsi è come? nel senso che la differenza tra One Punch Man e molti altri manga/anime è la qualità di produzione e l’ironia che c’è dentro questo prodotto. Ma andiamo per gradi: dicevo, di cosa parla. One Punch Man parla di un giovane ragazzo, Saitama, che grazie a un “durissimo” allenamento è riuscito a diventare l’uomo più forte della terra anche se lui vuole fare l’eroe solo per hobby. È talmente forte che, come da titolo, riesce a far fuori tutti gli avversari con un solo pugno. Mettiamoci anche che la terrà è in pericolo quotidianamente, altro che Dragonball e le battaglie sono all’ordine del giorno. Saitama vuole proteggere i suoi simili, e il suo pianeta, da tutti coloro che invece vogliono metterla in pericolo, dimostrando di essere davvero il più forte del mondo.
Ma perché è bello? Sembra una cosa vista e rivista. E invece no. One Punch Man è stato creato come un intero mondo che si prende sul serio tranne per il suo protagonista: un ragazzo pelato, goffo, non-bello, simpatico e onesto. Tutti i cliché degli altri manga qui ci sono ma vengono presi sonoramente per i fondelli: non troverete il protagonista che minaccia il cattivo e prima del colpo finale gli rifila l ramanzina o un intervento sul filo di lana da parte di un altro nemico. Qui le chiacchiere stanno a zero, o meglio, ci sono ma sono tutte inserite in modo divertente, le stesse spiegazioni o i racconti da parte dei personaggi sono prima resi epici e poi spezzati dall’ironia di sottofondo che pervade l’intero prodotto. Mettiamoci anche che i combattimenti con lui possono durare al massimo un manciata di secondi e capirete che non è un prodotto come gli altri. One Punch Man fa ridere: parolacce, gag, situazioni imbarazzanti e inaspettate. Fa ridere e non è mai banale o forzato.
Le risate ci sono ma ciò non significa che non sia disegnato bene o che la trama non esista o ancora che le tematiche affrontate non siano importanti. Qui c’è tutto. Molto spesso le battaglie, gli scontri (realizzati sempre benissimo) sono solo un pretesto per indicare qualcosa in più che il semplice scontro fisico. Mi riferisco all’avanzamento scientifico e all’evoluzione della specie, alla nascita dei robot, all’allenamento, a come l’uomo tratta la natura o gli altri esseri viventi. E in più c’è una trama, vera, reale e percepibile.
Oltretutto il manga sempre davvero essere ancora più dettagliato e spettacolare della serie di Netflix e quindi che dire: godetevelo! Fossero tutti così gli anime che mi capita di vedere allora strabuzzerei gli occhi dall’emozione ma i prodotti che fanno divertire, ti intrattengono e sono di qualità sono davvero pochi in circolazione. One Punch Man merita di essere tra questi e di essere visto da tutti. Ah, dimenticavo: la sigla originale è pazzesca! Che aspettate, chiudete sta scheda e aprite Netflix.