L’Onu ha reso noto che i morti a causa del conflitto in Sudan sono più di 450. Sono invece oltre 4mila i feriti che si sono registrati in questi primi 10 giorni di guerra, il conflitto secondo Guterres non va risolto sul campo di battaglia.
Intanto nella città di Khartum c’è la calma, grazie anche alla tregua di 72 ore concessa per i corridoi umanitari e l’assistenza medica. Una barca con più di 1600 civili ha raggiunto l’Arabia Saudita.
Secondo quanto riportato dall’Onu sono più di 450 le persone rimaste uccise dall’inizio del conflitto in Sudan. Oltre 4mila sarebbero invece i feriti in soli 10 giorni di guerra.
Sono circa 20 gli ospedali in Sudan che sono stati costretti a chiudere a causa dei danni riportati alle strutture o a causa dei della carenza delle risorse necessarie. Alcuni degli ospedali sono stati destinati all’uso militare.
A riportare questo bilancio è stato Joyce Msuya, assistente segretario generale dell’Onu che ha riportato questi dati al Consiglio di Sicurezza.
Antonio Guterres, segretario generale dell’Onu, durante il Consiglio di Sicurezza ha affermato che il conflitto non deve essere risolto sul campo ma che bisogna attivarsi affinché le parti interessate possano deporre le armi e iniziare un negoziato pacifico.
Ha poi fatto presente che il conflitto che vede coinvolte le Forze di Supporto Rapido e la giunta militare golpista di Khartum è in grado di destabilizzare l’intera nazione con una crisi che si potrebbe protrarre per anni.
È perciò ritornano a ribadire alle due parti di mantenere la tregua accordata di 72 ore grazie alla mediazione americana, e di arrivare quanto prima ad una cessazione delle ostilità in modo permanente.
Le Nazioni Unite hanno deciso di riconfigurare la loro presenza sul territorio sudanese al fine di proteggere il proprio personale e le loro famiglie, in questo modo sarà possibile mantenere attivo il sostegno al popolo del Sudan.
Una delegazione dell’Onu è pronta a rimanere sul territorio e sarà guidata dal rappresentante speciale Volker Perthes.
Perthes che al momento si trova in Port Sudan si è collegato in videoconferenza con il Consiglio di Sicurezza e ha spiegato che circa 1300 persone, 744 di loro lavorano per l’Onu insieme ai loro familiari, e alcuni dipendenti di Ong, sono tutte state evacuate da Khartum.
Ha poi spiegato che la situazione nella città al momento è calma, e che non intende abbandonare il Sudan e continuerà a farlo seppur con un personale ridotto.
L’Arabia Saudita non appena iniziato il conflitto in Sudan ha deciso di dare asilo ai gruppi di civili che arrivavano sia via terra che via mare e che erano in fuga dalla guerra.
Diverse barche sono approdate lo scorso sabato a Jeddah con circa 150 persone a bordo tra cui diplomatici e funzionari stranieri. In questi giorni un aereo militare C-130 Hercules ha effettuato diversi viaggi per portare in salvo civili dal Sudan in Arabia Saudita.
E poi è giunta da Port Sudan un imbarcazione con circa 200 persone a bordo di 14 nazionalità differenti. Poche ore fa un’altra imbarcazione ha raggiunto l’Arabia Saudita, a bordo ci sono 1687 civili in fuga dalla guerra.
A darne conferma dell’arrivo è stato il Ministro degli Esteri saudita che ha parlato del più grande salvataggio che il regno abbia compiuto fino ad oggi.
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