Gli stati membri hanno raggiunto un accordo, dopo anni di lunghe trattative, per proteggere l’Alto mare: l’annuncio della presidente Rena Lee.
E’ arrivato l’annuncio della presiedete della conferenza, tenutasi a New York presso la sede delle Nazioni Unite. Rena Lee tra gli applausi scroscianti: “La nave ha raggiunto al riva” riferendosi all’accordo degli stati membri sull’Alto Mare, quella zona di Oceano definita come acque internazionali fuori da ogni giurisdizione che rappresenta i 2/3 dell’Oceano.
Onu, ok degli stati membri sul piano protezione Oceani
Svolta storica per l’Onu. Dopo anni, finalmente, pieni di interminabili trattative i Paesi Membri si sono finalmente messi d’accordo su delle politiche di salvaguardia dell’Oceano. Lo si apprende dalla conferenza tenutasi a New York nelle scorse ore, nella sede Onu americana, presieduta da Rena Lee.
La presidente ha espresso grande entusiasmo per gli accordi raggiunti, nella giornata di sabato ore 21:30 ora locale (nella notte di domenica ora italiana), esclamando “La nave ha raggiunto la riva” tra gli applausi dei presenti in conferenza. I negoziati tra i paesi sono durati anni, quelli per la definizione del piano da seguire per preservare il cosiddetto Alto Mare, una zona di Oceano fuori dalla giurisdizione degli Stati e che ricopre quasi metà del pianeta (2/3 circa dell’intero Oceano).
Alto Mare, piano per la salvaguardia delle acque internazionali
L’accordo riguarda dunque l’Alto Mare, come detto al di fuori della Zona Economica (ZEE), al di là di 200 miglia di navigazione dalla costa e che occupa più della metà dell’Oceano. La zona nella quale l’Onu adesso interverrà per preservare il mare fa parte delle cosiddette acque internazionali, al di fuori di ogni giurisdizione nazionale, e dove tutti hanno diritto di fare ricerche, pescare e navigare.
Il ruolo ambientale, vista la vastità della zona, è vitale nel sostegno non solo dell’attività di pesca ma anche in quanto habitat di migliaia di specie di pesci, alghe, piante marine (con il 10%-15% delle specie marine a rischio estinzione già da tempo). La salute dell’Alto Mare infatti è a dir poco cruciale per diminuire i danni del riscaldamento globale. Una vera contromossa dunque alla crisi climatica, quella venuta fuori dalla conferenza di New York di domenica scorsa, visto che fino a questo momento nessuno stato aveva ancora proposto alcun piano per intervenire.
Ecco perché diventa importante la gestione e la protezione delle risorse di questa zona dell’Oceano, che per ovvi motivi è diventato negli ultimi anni molto vulnerabile all’inquinamento.