Tocca al Senato decidere le sorti di Matteo Salvini sulla richiesta di autorizzazione a procedere presentata dal Tribunale dei ministri di Palermo per i fatti relativi alla Open Arms. L’accusa è di sequestro di persona per aver bloccato, lo scorso agosto 2019, lo sbarco di 55 migranti a bordo della nave non concedendo loro un porto.
Il leader della Lega non intende chiedere ‘scudi speciali’ in Senato e ha ribadito di aver agito nel pieno rispetto delle proprie funzioni.
“Ho agito a difesa del mio Paese e quello che ho fatto l’ho fatto in compagnia del premier Conte, ho fatto quello che c’era nel programma di governo non ritengo che ci sia stato un errore o reato”. Matteo Salvini si difende mettendo in ballo il premier: “Se qualcuno domani ritiene che sia un reato ne risponderemo in tanti. Vorrà dire che Conte mi accompagnerà un po’ a Catania e un po’ a Palermo e prenderemo una granita”, dice citando le due città nelle quali si trovano i tribunali che ne hanno chiesto l’autorizzazione a procedere per il mancato sbarco a Lampedusa.
Per Salvini “l’interesse pubblico coinvolto” della decisione assunta il primo agosto 2019 è “di limpida e cristallina evidenza sotto molteplici e svariati profili”. Quel giorno, ricorda il segretario del Carroccio nella memoria difensiva presentata in Giunta delle Autorizzazioni, “veniva emanato dal Ministro dell’Interno, di concerto con il Ministro della Difesa e con il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, informandone il Presidente del Consiglio dei Ministri, il provvedimento che ha disposto il divieto di ingresso, transito e sosta nel mare territoriale nazionale italiano”.
Proprio sulla “non esclusiva riferibilità all’ex Ministro dell’Interno dei fatti contestati”, Italia viva, lo scorso 26 maggio, aveva deciso di non partecipare al voto della giunta. Mentre a febbraio 2020 il Senato aveva votato a favore del processo a Salvini per il caso Gregoretti.
Oggi in aula si deciderà la sorte di Salvini. La maggioranza è sfavorevole al leader della Lega, dal canto suo Matteo Renzi non ha fatto trapelare le sue intenzioni. Potrebbe chiedere ai suoi di concedere l’autorizzazione per il processo a Salvini.
Certo anche Italia Viva si astenesse anche questa volta, a Salvini mancherebbero comunque 6 voti per arrivare a quota 160, la maggioranza assoluta dei senatori, con cui bloccare il processo a suo carico.
“Sono assolutamente tranquillo e sereno”, ha comunicato Salvini ai cronisti. “I 5 stelle dovranno decidere se è stata una scelta del governo, sulla quale erano d’accordo, come è scritto nero su bianco, o se vogliono andare avanti con un processo politico”, ha concluso.
A questo punto sarà difficile ‘tutelare’ Giuseppe Conte. “Se si tratta di una decisione politica, allora è di tutto il Governo – è il ragionamento fatto da chi sta sul dossier – diverso è se è una decisione tecnica”.
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