Dietro all’omicidio del caporeparto Francesco Sodini da parte dell’operaio Massimo Donatini ci sarebbe uno scherzo finito in tragedia. Alcuni colleghi che lavorano nello stabilimento di Porcari di Cartiera Lucchese avrebbero preso in giro Donatini avvertendolo che erano state montate delle telecamere nel suo reparto, perché il capo (che invece era ignaro di tutto) voleva controllarlo. Pensando di essere stato beccato al telefono durante l’orario di lavoro, e credendo di essere licenziato, ha recuperato l’arma e ha sparato al suo caporeparto.
A scatenare la furia dell’operaio sarebbe stato il racconto dei colleghi che si sono presi gioco di Donatini dettagliando come il caporeparto fosse responsabile dell’installazione delle telecamere. Ma anche se non era vero niente, l’uomo ha creduto a tutto e temendo di essere presto licenziato ha deciso di uccidere l’uomo. (aggiornato da Kati Irrente 11 04 2015)
Ad ammettere il delitto è stato lo stesso Donatini, secondo la versione che ha raccontato ai carabinieri. Donatini, che abita con la famiglia a Capannoli, ha raggiunto l’abitazione del suo capo a Lucca. Ha aspettato che Sodini scendesse per prendere l’auto e per recarsi al lavoro e gli ha sparato 12 colpi di pistola. Il delitto è avvenuto davanti a dei testimoni, che hanno assistito alla scena. Fra queste persone anche la moglie della vittima, che si è affacciata alla finestra, avendo sentito gli spari. Secondo le informazioni che sono emerse, si sarebbe trattato di un omicidio premeditato. L’operaio, infatti, avrebbe rubato la pistola al padre, che la deteneva regolarmente. E’ arrivata la polizia sul luogo del delitto e Donatini si è consegnato ai carabinieri.