La madre della vittima si è accorta che qualcosa non andava, vedeva che mancavano dei soldi in casa e un giorno ha chiesto al figlio, un ragazzo down, se sapesse qualcosa in proposito. Il giovane, che frequentava quotidianamente un centro disabili di Mirandola, località che si trova in provincia di Modena, in Emilia Romagna, dopo un po’ di reticenze ha confessato quello che gli capitava. Così dopo la sua testimonianza è finito in manette un operatore che lavorava nella struttura, che è stato accusato di estorsione aggravata da minacce.
Come è stato ricostruito dopo aver ascoltato il racconto della vittima, l’operatore in questione chiedeva insistentemente al giovane del denaro, se lui non lo consegnava alle scadenze pattuite scattava la punizione: veniva schiaffeggiato, malmenato, offeso e minacciato di essere allontanato dalla struttura.
Per diverso tempo l’uomo vittima dell’estorsione ha ceduto al ricatto, soprattutto perché aveva paura di non poter più frequentare la struttura, quel centro disabili in cui passava tante ore della giornata in compagnia di molti amici. Questo perché l’operatore gli ripeteva che se non gli avesse consegnato il denaro avrebbe fatto di tutto per allontanarlo.
Il 41enne modenese affetto da sindrome di Down faceva quindi in modo di raccogliere i soldi da dare all’operatore, ma quando non ne aveva più a disposizione commetteva anche dei piccoli furti in casa, sottraendo denaro alla madre, che un giorno si è accorta dell’ammanco e ha chiesto spiegazioni al figlio.
Dopo aver chiesto all’uomo se sapesse dove andavano a finire i soldi mancanti, lui a quel punto ha confessato che rubava i soldi per darli all’operatore che lo minacciava e lo picchiava.
I fatti, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti che hanno sentito l’uomo vittima di estorsione, sarebbero durati almeno per un anno, in via continuativa.
A quel punto la mamma della vittima ha effettuato regolare denuncia e in seguito ad accertamenti l’estorsore, identificato in un 39enne modenese, è stato arrestato dai carabinieri della compagnia di Carpi.
Per incastrare l’operatore gli uomini dei carabinieri si sono messi d’accordo col 41enne, dandogli delle banconote “identificate” da consegnare all’estorsore alla successiva richiesta. Così è stato fatto ed è scattata la trappola.
L’assistente dovrà dunque rispondere dell’accusa di estorsione aggravata da minacce ai danni del 41enne affetto da sindrome di Down che frequentava la struttura in cui lavorava.