Con la sentenza della Corte di Cassazione sono state ufficialmente confermate le condanne per i due “protagonisti” dell’operazione Mondo di mezzo, Carminati e Bucci.
Salvatore Buzzi sconterà 12 anni e 10 mesi in carcere, mentre Massimo Carminati è stato condannato dai giudici a 10 anni di reclusione come riferisce l’Ansa. Questo vuol dire che le condanne sono definitive e che si tratta dunque dell’ultimo atto del processo, dopo ben 8 anni di distanza dai primi arresti.
Le condanne definitive di Buzzi e Carminati
La corte di Cassazione ha dunque stabilito le condanne definitive per i due principali imputati dell’inchiesta Mondo di mezzo. I giudici supremi hanno in pratica confermato la sentenza stabilita nell’appello bis nel marzo 2021.
Dopo che il 22 ottobre 2019 la Corte Suprema aveva fatto cadere per tutti gli imputati l’accusa di associazione mafiosa.
Durante quest’ultima e definitiva udienza il procuratore generale Lidia Giorgio ha fatto delle precisazione sui profili dei due imputati.
In primo luogo ha sottolineato il profilo criminale e la gravità dei crimini commessi da Carminati.
Inoltre dopo la richiesta di ricorso presentata dall’avvocato di Buzzi, Lidia Giorgio ha evidenziato il ruolo importante svolto da Buzzi nelle attività criminali intraprese da Carminati e quanto anch’egli dunque sia stato “influente” in questa rete criminale.
In cosa consiste l’inchiesta “Mondo di mezzo”
L’inchiesta Mondo di mezzo, anche conosciuta nel mondo giornalistico con il nome di Mafia Capitale.
Questa consiste in una serie di indagini basate su rapporti criminali tra diversi funzionari della pubblica amministrazione e alcune aziende gestite da Massimo Carminati e Salvatore Buzzi.
Nonostante il fatto che in un primo momento si pensasse che le attività criminali avessero carattere prevalentemente mafioso, in realtà tra il 2019 e il 2020 i giudici della corte di cassazione hanno fatto cadere i sospetti per attività mafiose nei confronti degli imputati.
Nel 2012 L’espresso denunciò per la prima volta i crimini che stavano avvenendo nella città di Roma. Il giornalista Livio Abbate, aveva denunciato le numerose attività criminali che si stavano svolgendo all’interno della città di Roma.
A quel punto dopo anni di indagini, i due principali responsabili vengono identificati. Massimo Carminati ex NAR e Salvatore Buzzi, amministratore di diverse cooperative.
I reati furono: corruzione, estorsione, usura, riciclaggio di denaro e associazione di tipo mafioso.
Nel 2015 furono arrestati circa 44 funzionari di uffici amministrativi.