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Ora legale e ora solare: qual è la differenza?

L’ora legale e l’ora solare scandiscono gli anni e le vite degli italiani. La prima, in vigore nei mesi caldi, garantisce giornate più lunghe. La seconda ci accompagna in autunno e in inverno e fa tramontare il sole un’ora prima. Ma non è solo questione di luce: quei sessanta minuti di differenza tra i due orari portano risparmio energetico ma, nei primi giorni dall’entrata in vigore, possono provocare disturbi psicofisici. Qual è la differenza tra ora legale e ora solare?

Ora legale e ora solare, le differenze principali

L’ora legale è l’ora estiva, in vigore dall’ultimo weekend di marzo all’ultimo weekend di ottobre. Le lancette, nell’ultima notte tra il sabato e la domenica del mese, si spostano un’ora avanti togliendo un’ora di sonno. In questo modo il sole tramonta un’ora più tardi e le giornate si allungano. Più luce solare significa meno luce artificiale e meno consumo di energia elettrica: il risparmio energetico stimato in Italia negli ultimi sei anni è stato di 6 miliardi di Kilowatt orari per un guadagno di quasi 900 milioni di euro. L’ora legale, teorizzata già da Benjamin Franklin a fine 700 e introdotta per la prima volta in Italia il 3 giugno del 1916, ci ha fatto risparmiare parecchio. Non a caso all’estero viene chiamata “daylight saving time”, ovvero orario di risparmio della luce diurna.

L’ora solare è quella invernale ed è in vigore da fine ottobre a fine marzo. Le lancette, sempre nell’ultima notte tra il sabato e la domenica del mese, si spostano un’ora indietro offrendo un’ora di riposo in più. La mattina presto c’è più luce naturale (e quindi risparmio energetico) ma, di conseguenza, anche il buio arriva un’ora prima. Le giornate quindi si accorciano. In molti Paesi l’ora solare è stata abolita, e sempre più italiani vorrebbero seguirne l’esempio.

Quando cambia l’ora? Le curiosità e i vantaggi dell’ora legale

L’ora legale cambia nel mese di ottobre, facendoci dire addio alla bella stagione, e l’ora solare cambia e diventa legale durante i mesi primaverili ed estivi, fino all’inizio dell’autunno. I giorni variano di anno in anno ma solitamente è una domenica verso la fine di ogni mese. Tra le curiosità legate al cambio d’orario, troviamo una necessità non di poco conto, nell’anno della sua introduzione nel nostro Paese, il 1916: a influenzare la decisione del cambio fu la guerra: l’ora di luce in più poteva infatti essere usata per produrre armi e munizioni. Siete contrari all’utilizzo dell’ora legale? sappiate che grazie all’ora di luce in più le attività criminose diminuiscono del 3%! Anche l’ambiente ringrazia il cambio e il passaggio all’ora legale: risparmiamo la CO2 emessa in un anno da 117 mila auto a gasolio.

L’ora legale e gli effetti sulla salute: i disturbi del cambio orario

Anche perché il passaggio tra l’ora legale a quella solare, e viceversa, non è indolore e gli effetti sulla nostra salute sono spesso evidenti. Sono infatti molto frequenti disturbi del sonno: l’organismo ci mette circa una settimana ad abituarsi al nuovo orario. In questo periodo sono diffusi disturbi come insonnia, stress, difficoltà nella concentrazione, stanchezza, mancanza di appetito, sbalzi di umore e irritabilità. Insomma, chi ha un brutto carattere vedrà un aumento dei suoi difetti e chi invece ha un carattere più mansueto potrebbe dover avere a che fare con dei cambi umorali repentini. Occhio all’alimentazione in questo periodo: contribuisce infatti a rendere più o meno irritabili: evitiamo gli eccitanti, coma la caffeina, la teina o gli alcolici, e invece facciamo il pieno di alimenti che tengano a bada anche la pressione, come la verdura. Non temete però, il periodo un po’ borderline dovrebbe durare, secondo uno studio svizzero, al massimo 3 settimane. Dopo questo periodo tutto dovrebbe tornare come prima. I soggetti che patiscono di più il cambio d’orario sono i bambini: uno su due presenta disturbi del sonno.

Francesco Minardi

Francesco Minardi è stata collaboratore di Nanopress dal 2016 al 2018, occupandosi principalmente di cronaca e politica interna ed estera,

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