Se lasciassimo in vigore l’ora legale un mese in più cosa accadrebbe? Riassumendo, potremmo risparmiare tutti in termini di bollette e potremmo emettere meno CO2, quindi in sostanza inquineremmo anche di meno. Non a caso, è arrivata di recente un’interessante proposta da parte della Società italiana di medicina ambientale e dell’associazione Consumerismo No Profit, ma ad oggi pare non essere stata ancora accolta.
Se l’ora legale restasse intatta solo 30 giorni in più, potrebbe cambiare tantissimo per tutte le famiglie in termini economici. Da anni infatti ormai la proposta è sul tavolo, ma non è mai stata concretizzata.
Il caro prezzi sta letteralmente scuotendo tutti gli italiani. Andare a fare la spesa ormai è un atto di coraggio, considerando i costi dei beni alimentari di prima necessità (il grano primo tra tutti). Fare benzina è diventato un gesto da compiere meno volte possibile al mese (e adesso la situazione è anche migliorata rispetto a qualche mese fa). Accendere i termosifoni è diventato un lusso, così come lo è stato usare i condizionatori durante l’estate.
La situazione attualmente è questa, in parole molto povere e semplici. Il Covid aveva già aperto un varco nell’economia italiana: diverse persone avevano perso il lavoro, si erano impoverite e, di conseguenza, per loro era diventato davvero complicato potersi concedere spese extra, come cene al ristorante, aperitivi, shopping non necessario. Questo aveva fatto sì che a loro volta moltissime attività imprenditoriali, avendo poca domanda, fossero costrette a chiudere. Da qui, un nuovo circolo vizioso aveva avuto inizio e così via.
Un quadro semplicistico, vero, e che si è ulteriormente aggravato con la guerra in Ucraina, scoppiata a febbraio, che si è insediata nello stesso varco aperto dalla crisi post Covid e lo ha reso un vero e proprio squarcio, per una serie infinita di motivi, tra cui la provenienza del gas dalla Russia, delle materie prime dal Paese in cui oggi c’è ancora in atto il conflitto (e potremmo continuare ancora).
Alla luce di tutto ciò, sia a livello istituzionale che soggettivo, si stanno cercando soluzioni che possano aiutare gli italiani ad arrivare a fine mese in maniera quantomeno dignitosa. Lo aveva fatto già Draghi con l’introduzione dei vari Bonus, che riguardavano vari aspetti della vita quotidiana (non erano strettamente collegate solo all’inflazione, ma erano nati a causa della crisi post pandemia). E lo stanno facendo ancora oggi gli studiosi, che hanno proposto una semplicissima iniziativa: lasciare l’ora legale in vigore per un mese in più.
La Società italiana di medicina ambientale e l’associazione Consumerismo No Profit hanno fatto una richiesta molto semplice e apparentemente banale, che potrebbe però cambiare le sorti delle spese sostenute dagli italiani: lasciare in vigore l’ora legale per altri 30 giorni.
Ad oggi c’è una petizione lanciata sul sito change.org, che ha già raccolto 58.000 firme. Il motivo verosimilmente è uno solo: gli italiani hanno capito quanto questo sia importante per il loro portafogli e vogliono che questa proposta diventi realtà.
Di che mole di risparmio si parla? Le stime pervenute dai tecnici si basano su dati tangibili e cioè sui consumi degli italiani a novembre (primo mese di ora solare in genere e mese in cui la popolazione inizia verosimilmente ad accendere i termosifoni soprattutto la sera). In sostanza, alcuni gestori come Terna stimano che spostando la lancetta per un altro mese, si potrebbero risparmiare ben 190 milioni di euro. Questo perché ci sarebbero 147 ore di luce naturale in più il pomeriggio e si potrebbero consumare 420 milioni di kilowattora in meno.
E non solo, perché sarebbero emesse nell’aria anche 200.000 tonnellate in meno di CO2, cosa che ci aiuterebbe a preservare anche l’ambiente.
Cosa sappiamo fino ad ora? Che l’ora legale, sempre secondo Terna, negli ultimi diciotto anni – cioè dal 2004 ad oggi – ci ha permesso di risparmiare più di 1,8 miliardi insieme a circa 10,5 miliardi di kilowattora di elettricità.
Appare quindi molto chiaro che questo provvedimento definito da Alessandro Miani, presidente della Sima, “di facile attuazione con risultati certi”, sia davvero necessario. Non a caso, il tema è sul tavolo da anni e la decisione già da tempo poteva essere presa a livello europeo e non solo italiano, ma nulla fino ad ora si è mai mosso. Nel Belpaese sappiamo infatti che l’ora solare dovrebbe tornare la notte tra il 29 ed il 30 ottobre, quindi mancano meno di tre settimane.
Dopo quella data, arriveranno i mesi più freddi dell’anno, che significa enormi consumi in termini di energia almeno fino a marzo. Sapere che c’è una soluzione per fare in modo che questo non accada e che semplicemente nessuno vuole metterla in pratica probabilmente è la cosa che in assoluto lascia di più l’amaro in bocca.
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