[didascalia fornitore=”ansa”]Orietta Berti[/didascalia]
Orietta Berti dichiara pubblicamente il suo voto al Movimento 5 Stelle e scoppia la bagarre politica. Il Pd attacca, Luigi Di Maio grida alla censura e se ne va in macchina ascoltando “Fin che la barca va”, uno dei pezzi simbolo della cantante. È la campagna elettorale, bellezza. E, a parti invertite, sarebbe accaduto lo stesso. Garantito.
Tutto è cominciato quando, un paio di giorni fa, Orietta Berti ha dichiarato chi voterà alle prossime elezioni durante un’intervista alla trasmissione “Un giorno da pecora” su Radio1: i 5 Stelle del suo amico Beppe Grillo. Apriti cielo! Il Pd si è ribellato perché la cantante avrebbe violato i sacri principi della par condicio. Orietta Berti, tra l’altro, è ospite fissa di Fabio Fazio la domenica sera su Raiuno.
«È legale? Lo chiederemo all’Agcom, con un esposto – ribatte Sergio Boccadutri, deputato del Partito democratico e componente della Commissione Vigilanza Rai – La par condicio è entrata ufficialmente in vigore ieri, con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale della delibera Agcom che recepisce il testo votato dalla commissione di Vigilanza Rai. ‘Un giorno da pecora’ è stata ricondotta sotto la responsabilità del direttore del Giornale radio. Altro che contraddittorio degli opinionisti: qui abbiamo addirittura un personaggio dello spettacolo che esprime pubblicamente la propria preferenza politica, con tanto di endorsement a una lista, senza alcun bilanciamento. Ora, la trasmissione dovrà invitare un elettore per ogni altra lista in campo per il voto del 4 marzo? O forse, sarebbe stata necessaria una maggiore attenzione da parte di chi conduce il programma. È opportuno che l’Agcom valuti se non siamo di fronte ad una chiara violazione della legge, come sembrerebbe, se non sia il caso di comminare delle sanzioni e in che modo possa essere sanata la questione nei confronti delle altre forze politiche. Sarebbe opportuno anche valutare se Orietta Berti, dopo il suo coming out, possa continuare a ricoprire il ruolo di ospite fisso nella seconda parte della trasmissione di Fabio Fazio», conclude il deputato.
All’editto bulgaro e alla discriminazione gridano invece i 5 Stelle. Di Maio, candidato premier, pubblica un lungo post sul blog per difendere la cantante: «Qualche tempo fa ho incontrato Orietta Berti negli studi Rai di Milano, poco prima di essere intervistato da Fabio Fazio. È stato per me un vero piacere. Abbiamo chiacchierato per un po’, ci siamo raccontati i nostri impegni e ne ho approfittato per farmi un selfie assieme a lei che ho prontamente girato a mia mamma, sua grande fan. Insomma c’è stata subito una grande simpatia reciproca e mi ha detto che seguiva attentamente gli sviluppi del MoVimento 5 Stelle. Ieri Orietta, intervistata in radio, da Un Giorno da Pecora ha raccontato di questo incontro e ha detto che voterà MoVimento 5 Stelle e la ringrazio per questo attestato di fiducia. Grazie a Dio in Italia c’è ancora libertà di voto, di espressione e di parola, ma il Pd l’ha denunciata all’Agcom sostenendo che avrebbe violato la par condicio. Una follia: in pratica secondo il Pd nessuno può esprimere pubblicamente la sua preferenza elettorale per il MoVimento 5 Stelle. Non solo: qui siamo davanti a un’intimidazione bella e buona nei confronti di un’artista da parte del partito che, pur essendo minoranza nel Paese, controlla la RAI e il governo. Giù le mani da Orietta Berti! È un’icona della musica italiana e dell’Emilia Romagna. Nessuno può pensare di discriminarla per le sue idee politiche ed è suo diritto esprimersi e parlare liberamente. Il Pd le chieda immediatamente scusa e la smetta di minacciare chiunque si avvicini al MoVimento 5 Stelle».
«Ma che esagerati questi del Pd, in fondo che avrò detto mai? Che mi piacciono Grillo e Di Maio e tutti i Cinquestelle, embè? Da quando in qua non si può esprimere una simpatia? – questa la risposta della diretta interessata al Corriere della Sera, che ha spiegato che il suo voto – l’ho già promesso tante altre volte, solo che poi, quando era il momento, ero sempre all’estero a cantare. Due settimane fa, alla stessa trasmissione ho detto tante belle cose sul ministro Andrea Orlando, non è del Pd lui?. Mi va a genio pure Pier Luigi Bersani, sarà perché è emiliano come me. E Berlusconi, che ha sempre la battuta pronta. Con Beppe Grillo c’è un affetto che dura da anni, da quando facevamo serate insieme e lui sforava con i suoi monologhi e poi mi diceva: Orietta, ora ti tocca tagliare qualche canzone perché qui la gente vuole andare a letto presto».
E Di Maio, giorni fa di nuovo vittima del congiuntivo, per ribadire la sua vicinanza alla cantante, la butta sull’ironia.
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