Che ne sarà dell’orto di Michelle Obama alla Casa Bianca? I media statunitensi e internazionali, nella ridda di articoli e commenti sul futuro della nazione a stelle e strisce dopo la vittoria di Donald Trump alle elezioni, si interrogano anche sul destino di questo spazio verde naturale voluto dall’oramai ex first lady nella dimora presidenziale. Potrebbe sembrare un argomento futile, ma dietro il solito gioco del gossip mediatico si cela una questione molto più problematica, che ha a che fare ancora una volta anche con le scelte in campo ambientale della presidenza Trump, oggetto di feroci controversie ancorché in gran parte ancora oscure e ignote.
L’orto di Michelle Obama è stato infatti un potente simbolo in grado di sintetizzare la visione ecologista e salutista dei coniugi Obama, con Michelle che in questi anni si è fatta promotrice di una cultura alimentare in netta controtendenza con le consuetudini americane per sconfiggere il problema obesità. Le indiscrezioni sensazionalistiche delle ultime ore affermano che al posto dell’orto di Michelle in quello spazio considerato inutile dai nuovi inquilini della Casa Bianca potrebbe sorgere un campo da minigolf da otto buche, mentre verrebbero ridimensionati tutti gli angoli verdi della magione allo scopo di ampliare il parcheggio destinato ai Suv: idee in linea con chi fino a ieri ha vissuto in un mega appartamento arredato con ori e marmi, una famiglia dedita al lusso e ai comfort in misura inversamente proporzionale al loro interesse per l’ecologia e le questioni ambientali.
La speranza per molti americani si chiama Melania Trump, l’ultima moglie di origine slovena che starebbe studiando da impeccabile first lady, facendo da contraltare all’esuberanza tronfia e un po’ volgare del marito tycoon: la foto dell’incontro con Michelle Obama fatta circolare dopo l’incontro dei rispettivi mariti alla Casa Bianca ha rilanciato un’immagine molto diversa rispetto alla modella che posava senza veli sulle copertine anni or sono. Avranno parlato anche dell’orto le due mogli presidenziali? Certo pare difficile che Melania, con il suo look tutto abiti griffati e dalle unghie perennemente laccate, possa improvvisamente mostrare un inedito pollice verde, ma in quella parte di America confusa e infelice, scioccata dal post elezioni, si spera che possa convincere il marito Presidente a lasciare l’orto, affidandolo ad un giardiniere. Una speranza, forse solo un’illusione, ma se fosse così sarebbe un segnale simbolico che la presidenza Trump non voglia distruggere e spazzare via qualsivoglia brandello dell’eredità lasciata da Obama durante gli anni di governo. E se poi quel giardiniere fosse messicano, magari persino entrato illegalmente negli Usa, sarebbe davvero una bella beffa per il neo Presidente, scrivono ancora i media americani con voluta ironia. Quel che è certo è che intorno all’orto di Michelle Obama si gioca una battaglia simbolica da non sottovalutare, che riguarda una volta di più la visione del mondo dalla prospettiva ambientale da parte di Trump, apparentemente in assoluta antitesi rispetto a quella di Obama: in gioco ci sono molto più di ortaggi ed insalata, ossia la politica energetica, la difesa delle biodiversità, la lotta alle emissioni che provocano il riscaldamento globale. Non resta che attendere per capire se sarà un altro passo verso un futuro sostenibile, o una pericolosa retromarcia in nome della tanto sbandierata grandezza passata del Paese.
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