Un operaio di 41 anni ha perso la vita in un incidente sul lavoro a Ortona, in provincia di Chieti. Secondo la ricostruzione, sarebbe finito in mare dopo essere stato colpito alla testa dal gancio di una gru.
Il dramma si sarebbe consumato poche ore fa, inutili i soccorsi per il lavoratore. Ennesima vittima nel triste elenco delle morti bianche in Italia.
La vittima dell’incidente sul lavoro registrato nelle ultime ore sarebbe un 41enne di origini filippine, operaio in servizio nell’area portuale di Ortona, in provincia di Chieti.
Stando a quanto è stato finora ricostruito sulla dinamica della tragedia, l’uomo sarebbe stato colpito alla testa dal gancio metallico di una gru. Un evento che avrebbe causato la sua caduta in mare.
Dalle prime notizie diffuse dall’Ansa a seguito del terribile incidente sul lavoro in provincia di Chieti – diversi quelli mortali registrati nelle ultime ore in altre parti del Paese -, l’operaio 41enne morto a Ortona sarebbe stato colpito dal gancio di una gru e scaraventato in mare, riportando gravissime ferite.
Secondo quanto appreso ancora dall’agenzia di stampa, l’operaio sarebbe rimasto vittima del tragico incidente mentre si trovava a lavorare su una nave appoggio della Micoperi. Il gancio metallico di una gru lo avrebbe colpito alla testa facendolo precipitare in acqua.
Secondo le informazioni trapelate a margine della disgrazia, sul posto sarebbe intervenuto anche un velivolo dell’elisoccorso del 118.
Il successivo trasporto dell’operaio 41enne all’ospedale di Pescara non sarebbe servito a scongiurare l’infausto epilogo: l’uomo sarebbe deceduto pochi istanti dopo essere arrivato al Pronto Soccorso.
L’incidente sul lavoro che si è consumato a Ortona richiederà accertamenti e le indagini sulla dinamica sono in corso. A condurle, secondo Ansa, la locale Capitaneria di porto.
Quanto accaduto poche ore fa nella provincia di Chieti si somma al lungo elenco di tragedie che, tra il 2021 e il 2022, si susseguono con frequenza allarmante. In una recente nota della Cgil, la fotografia sulla situazione italiana in merito alla sicurezza sul posto di lavoro e alla condizione degli operai apre alla necessità di una riflessione.
Dall’inizio del 2022 – si legge nel comunicato del sindacato – i morti sul posto di lavoro sfiorano i 600, una media di 3 al giorno. Per non parlare delle denunce di infortuni, circa 400mila, e un aumento di oltre il 7% sulle segnalazioni di malattie professionali.
Non sono numeri, sono persone
È questa la sintesti dell’appello congiunto alle istituzioni formulato da Cgil, Cisl e Uil. Massima allerta anche sulle irregolarità riscontrate all’esito dei controlli condotti lo scorso anno nelle aziende sparse nel Paese: nel 69% di quelle sottoposte a ispezioni – sottolineano i sindacati – sono state rilevate irregolarità che, in materia di salute e sicurezza sul lavoro, arrivano al 77%.
A questa critica istantanea si somma un altro elemento: la carenza di organi di controllo e vigilanza per circa un milione e 600mila imprese.
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