Nel 2013 l’omicidio di Reeva Steenkamp avvenuto nella casa di Pretoria di Pistorius. Poi la condanna a 13 anni per aver ucciso la fidanzata. Ora potrebbe uscire dal carcere, come prevede la legge sudafricana.
I genitori della vittima in passato hanno detto che secondo loro l’ex atleta sarebbe dovuto rimanere in carcere a vita.
Ipotesi libertà vigilata
Oscar Pistorius, il velocista paralimpico e olimpico sudafricano condannato nel 2017 per l’omicidio della fidanzata, potrebbe essere liberato tra poche settimane dopo aver scontato metà dei 13 anni di pena che gli erano stati inflitti.
Il rilascio dal carcere è una decisione che potrebbe essere presa domani, giorno in cui si riunirà la commissione per la libertà vigilata. L’udienza avrà luogo in una prigione di Pretoria, capitale amministrativa del Sudafrica. Secondo quanto riportato da un portavoce, “la commissione dovrà determinare se lo scopo della detenzione in carcere è stato raggiunto”.
L’omicidio nel 2013
L’udienza potrebbe definitivamente concludere la vicenda che da dieci anni ha scioccato e catturato l’attenzione dell’opinione pubblica di tutto il mondo. Era infatti il 2013 quando Pistorius uccise Reeva Steenkamp, modella e laureata in legge, che all’epoca era la sua fidanzata. I due si trovavano nella casa dell’ex atleta a Pretoria quando lui sparò quattro colpi attraverso la porta del bagno.
Il 36enne fu accusato in un primo momenti di omicidio volontario innescato da rabbia e gelosia verso la compagna. Pistorius ha sempre negato l’addebito, sostenendo di essere molto innamorato della donna e che il gesto di sparare era stato un tentativo di proteggerla, nella convinzione che un intruso si fosse introdotto nella casa dotata di sistemi di sorveglianza e sicurezza.
Pena rimodulata in appello
Il processo ha stabilito che non c’erano prove di una presunta volontà omicida di Pistorius nei confronti della fidanzata, malgrado l’aver sparato non uno ma quattro colpi. Tuttavia è stato ritenuto responsabile di omicidio colposo in quanto agì “con troppa fretta e eccessiva forza”. Secondo la legge sudafricana, i condannati che hanno scontato metà della loro pena sono automaticamente sottoposti alla commissione che valuta la concessione della libertà vigilata.
Inizialmente l’uomo era stato condannato a sei anni e la sentenza aveva scatenato polemiche e sdegno negli attivisti che si battono contro la violenza domestica ma anche in molti avvocati penalisti. Dopodiché l’accusa ha fatto appello e Pistorius è stato ritenuto colpevole, con aumento di pena a 13 anni da scontare in prigione.
Carriera sportiva e personalità iraconda
Quando Steenkamp fu uccisa, Pistorius era all’apice del successo e della fama. È stato uno dei pochissimi campioni paralimpici a aver gareggiato anche alle olimpiadi, arrivando fino alle semifinali, e ancora oggi resta l’unico a aver vinto una medaglia mondiale anche tra i normodotati.
Amputato a entrambe le gambe da quando aveva meno di 1 anno, la sua storia ha commosso il mondo e reso celebri le costose protesi in fibra di carbonio che gli hanno permesso di praticare la corsa a altissimi livelli.
Dopo l’omicidio sono emersi contorni poco noti della sua personalità, fino a quel momento incensata. Non era infatti la prima volta che aveva scatti d’ira. I genitori della vittima hanno dichiarato in passato che secondo loro l’ex atleta sarebbe dovuto rimanere in carcere a vita per l’omicidio della loro figlia.