Da 17 anni Roberto Spada e la moglie non pagavano le utenze di luce e gas, accumulando un debito di oltre 40mila euro per le indennità di occupazione che non avrebbero mai versato e un altro debito di 11 mila euro nei confronti della società che gestisce la rete elettrica, a cui pare fossero abusivamente allacciati.
Lo scorso mese di marzo c’era stato il deferimento della coppia all’autorità giudiziaria, per il reato di furto aggravato di energia elettrica mediante “allaccio diretto dell’appartamento che questa mattina è stato sequestrato alla rete di fornitura del gestore.”
Un appartamento all’Ater occupato abusivamente da 17 anni per il quale era stato installato – come riferisce Il Messaggero – un allaccio abusivo alla corrente elettrica. È per questo che – alle prime luci dell’alba – i Carabinieri hanno posto sotto sequestro l’appartamento occupato abusivamente da Roberto Spada e dalla compagna. L’attività dei militari dell’Arma è l’epilogo dell’intensa attività di monitoraggio e del controllo del territorio posta in essere dai carabinieri.
Le indagini hanno accertato che Spada e la compagna, oltre a sottrarre l’energia elettrica, non disponevano di alcun titolo che consentisse loro di abitare l’appartamento di via Gincon a Ostia. L’abitazione è gestita dal Comune di Roma per fronteggiare l’emergenza abitativa. Nei confronti del Comune capitolino i due avrebbero maturato un debito di oltre 43mila euro, 43.355,56 per l’esattezza, per le indennità di occupazione che non avrebbero mai versato e un debito di 11mila euro nei confronti della società che gestisce la rete elettrica, a cui erano abusivamente allacciati.
Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, i due avrebbero occupato l’immobile sequestrato nel 2006, quando concordarono uno scambio con la precedente occupante – anche lei abusiva – che fu convinta a trasferirsi in un altro appartamento già occupato abusivamente dagli Spada.
Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma ha quindi disposto il sequestro preventivo dell’immobile sito in via Giancon, che tornerà quindi nelle mani del comune di Roma.
Roberto Spada è salito agli onori della cronaca per la testata al giornalista tv Piervincenzi, all’epoca inviato per la Rai del programma “Nemo-Nessuno escluso”, che in quei giorni si trovava a Ostia per indagare sul presunto rapporto tra il clan Spada e Casapound. Dopo un iniziale confronto tra il giornalista e Roberto Spada, quest’ultimo colpì Piervincenzi con una testata sul naso e poi con una spranga di ferro aggredì anche il cameraman Edoardo Anselmi.
Indagato per i reati di lesioni e violenza privata aggravati dai futili motivi e dal metodo mafioso, è stato condannato a 6 anni di carcere, e 1 in libertà vigilata, inizialmente scontata nel carcere capitolino di Regina Coeli. Da lì poi il trasferimento a Tolmezzo, in Friuli.
Nell’ottobre dello scorso anno, con due anni di anticipo rispetto alla condanna iniziale, Roberto Spada è tornato libero. Nell’altro filone di inchiesta che lo riguarda, riguardante il duplice omicidio dei boss rivali Giovanni Galleoni e Francesco Antonini, la Corte d’assise ha proclamato l’assoluzione di Roberto Spada e in contemporanea lo stralcio per Carmine Spada e l’ergastolo per Ottavio Spada, ritenuto l’esecutore materiale del delitto.
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