Montecassino e altri 7 monasteri benedettini presenteranno a maggio il progetto per il riconoscimento Unesco.
A raccogliere la loro richiesta sarà il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, che poi la presenterà alle autorità competenti per avviare l’iter che vede unite sei regioni italiane dove appunto sorgono le strutture. Si è discusso di questo progetto nel corso del consiglio comunale di Cassino, dove il voto unanime ha portato all’adesione all’accordo di programma per questa importante candidatura, da parte degli 8 comuni italiani che sono appunto sede delle abbazia benedettine.
Il riconoscimento Unesco è uno dei più importanti per la preservazione dei beni considerati eccezionali e importanti dal punto di vista culturale o naturale. È ambizioso il progetto che vede uniti otto comuni italiani nella richiesta di questa importante identificazione per quanto riguarda altrettanti monasteri benedettini italiani.
Insieme all’Abbazia di Montecassino, stanno partecipando anche i monasteri di Subiaco, Santa Maria di Farfa, San Vincenzo Volturno, San Pietro al Monte, San Michele della Chiusa, Sant’Angelo in Formis e San Vittore alle Chiuse di Genga.
Il primo forse è più noto rispetto agli altri ma tutti sono mete importanti di pellegrinaggio in Italia, sparse in diverse regioni che dal nord al sud disegnano un percorso fatto di fede ma anche arte e cultura perché questi complessi risalgono ad epoche antiche. Sono davvero uno spettacolo splendido per il visitatore che attraversa spesso stradine diroccate e ripide salite a piedi per raggiungerli, ma la fatica vale la pena. I monasteri sono piccole città in miniatura che si compongono di edifici dove i monaci svolgono lavori manuali e ovviamente attività spirituali come la preghiera e la lettura dei testi sacri.
Ce ne sono tantissimi in Italia ma il riconoscimento come Patrimonio dell’Umanità è ben altra cosa: significa distinguersi per importanza storica, bellezza e significato culturale e artistico.
Una volta completate le adesioni dei comuni, tutto verrà inviato all’ufficio Unesco di Roma affinché esprima il suo parere di conformità delle candidature e autorizzi il passo successivo, che vede la nomina ufficiale da inviare alla sede di Parigi.
Da sempre il nostro Paese ha una grande fede cattolica che nel corso dei secoli ha arricchito il patrimonio architettonico e artistico delle regioni. Sono tanti i siti religiosi del Belpaese e alcuni custodiscono antiche reliquie e sono mete importanti del turismo religioso. Gli edifici ecclesiastici sono diversi, come cattedrali e conventi ma una delle eccellenze di questa tipologia di turismo, che costituisce un’ampia fetta del mercato italiano, sono di certo i monasteri benedettini.
A fondare l’ordine dei monaci benedettini fu San Benedetto da Norcia, nato nel V secolo d.C. Il ragazzo capisce presto che lo studio non fa per lui e decide di ritirarsi in una grotta a Subiaco dove viveva pregando. Molti vengono presto a conoscenza della sua fede e si recano da lui per chiedere sostegno spirituale così decide di fondare 12 monasteri ma l’atmosfera si fa ostile per lui nella città dove c’era molta invidia e così si trasferisce a Cassino, dove costruisce l’omonimo monastero che ancora oggi è l’emblema dell’ordine.
I monaci benedettini in Italia sono accomunati da uno stile di vita povero proprio come quello del fondatore, in cui i capisaldi sono il lavoro manuale e la preghiera. I luoghi dove vivono, ovvero i monasteri, sono da considerarsi piccole comunità con a capo la figura di un abate.
Questi luoghi sono molto visitati non solo per motivi legati alla fede ma anche per la curiosità di scoprire questi piccoli mondi, infatti all’interno dei monasteri ci sono diversi spazi come biblioteche, farmacie dove si producono rimedi naturali, foresterie per l’accoglienza dei poveri, orti, vigneti e molto altro.
Dal punto di vista architettonico e artistico si tratta di complessi di straordinaria bellezza e valore, ricche di affreschi ma anche quadri, vetrate, icone e particolari affascinanti. Il titolo di patrimonio dell’umanità al quale aspirano le strutture che abbiamo citato, sarebbe un riconoscimento molto importante e non solo perché incentiverebbe il flusso dei turisti.
Questo significherebbe che tale luogo va tutelato e protetto perché acquisirebbe un valore universale e verrebbe riconosciuto come luogo importante per la storia e la cultura non solo degli italiani ma per tutto il mondo.
L’idea di proteggere questi siti preziosi era già nata nei primi anni del Novecento ma c’è voluto tempo prima che diventasse realtà. Il primo esempio fu l’iniziativa dell’Unesco nel 1960 per salvare la Valle dei Templi in Egitto e ci fu una risposta così ampia da parte dei Paesi di tutto il mondo che venne definito un progetto da mettere in atto nei luoghi storico-artistici ma anche naturali di tutto il mondo, o meglio in quelli che hanno più bisogno di essere preservati.
La prima lista di questi siti venne compilata negli anni Settanta e comprendeva i luoghi che correvano il rischio di essere distrutti, forse non è il caso dei monasteri benedettini, comunque l’identificazione significherebbe un maggiore impegno da parte di tutti per preservare la loro bellezza e importanza nel tempo.
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