Secondo quanto riferito da Rodolfo Reyes, nipote del poeta Pablo Neruda, quest’ultimo sarebbe morto avvelenato, confermando che il batterio Clostridium botulinum, è stato iniettato come arma biologica.
A comunicare la notizia è il quotidiano spagnolo, El Paìs, riportando le dichiarazioni rilasciate dal nipote del poeta cileno scomparso nel 1973 e riesumato a distanza di 40 anni dopo che il suo ex autista ha spiegato di ritenere che lo scrittore sia stato avvelenato sotto la dittatura di Augusto Pinochet.
Un caso sul quale s’indaga da più di 10 anni e che, finalmente, la famiglia del poeta cileno, Pablo Neruda, avrà le risposte sulla causa della morte avvenuta il 23 settembre 1973. A riportare la notizia è il quotidiano spagnolo, El Paìs con le dichiarazioni rilasciate dal nipote dello scrittore, Rodolfo Reyes.
“Clostridium botulinum, trovato nel suo corpo nel 2017, ha stabilito che la sua origine era endogena”.
Queste le parole del nipote del grande poeta, il quale ha confermato l’avvelenamento come causa della morte, poiché la sostanza è stata iniettata come arma biologica. Reyes ha spiegato che ancora i risultati della perizia non sono stati resi pubblici ma, pensa che lo siano entro la giornata di mercoledì.
Una perizia effettuata da esperti provenienti da Canada, Messico, El Salvador, Danimarca, Regno Unito, Stati Uniti, Germania, Canada e Cile per svolgere le analisi sul corpo del poeta riesumato, la prima volta, nel 2013.
Per oltre 40 anni si è creduto che la causa ufficiale della morte di Pablo Neruda fosse ricollegata al cancro alla prostata. Il premio Nobel per la letteratura insignito nel 1971, due anni dopo, il 23 settembre del 1973 è deceduto nella clinica San María di Santiago.
La sua scomparsa è avvenuta 12 giorni dopo il Colpo di Stato in cui ha dato le sue dimissioni il presidente Salvador Allende.
“Per 40 anni si è creduto che la causa ufficiale della sua morte fosse il cancro alla prostata, fino a quando il suo ex autista, Manuel Araya, ha fatto notare che era stato avvelenato, testimonianza che è poi alla base della denuncia presentata dal Partito Comunista”.
Queste le parole riportate dal noto quotidiano spagnolo, aggiunte a quelle dell’avvocato e nipote di Pablo Neruda, per una verità che i familiari attendevano da quasi 50 anni. Secondo quanto riportato dalla testata madrilena, l’ultima perizia effettuata sarebbe il terzo procedimento effettuato per poter stabilire le vere cause della morte dello scrittore spagnolo.
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