Padova: pazienti musulmani rifiutano le visite dei medici donna

Cosa accade se i pazienti di religione islamica si rifiutano di sottoporsi alle visite mediche, se il medico è donna? In genere, per tutelare le loro richieste si fa in modo di farli visitare dai dottori uomini, ma in caso di mancanza di organico in servizio bisogna trovare una soluzione alternativa. E’ ciò che è accaduto a Padova, dove l’Unità Sanitaria Locale 16 ha richiamato tre dottori già in pensione, che lavoreranno nella struttura a titolo gratuito.

L’organico della Struttura non è tale da fronteggiare la situazione di emergenza, considerando che gli immigrati, quasi totalmente musulmani, rifiutano la visita da parte di un medico donna e i carichi di lavoro delle altre Strutture non consentono che i dirigenti medici vengano dedicati alle visite ai profughi‘.

In seguito alla richiesta di alcuni profughi musulmani, che si sono rifiutati di essere visitati da medici donne, l’Unità Sanitaria ha richiamato a lavorare nel suo organico tre medici maschi in pensione.

I tre professionisti (un internista, un infettivologo e un cardiologo) in realtà facevano già da tempo parte del team della Struttura che si occupa di immigrazione, gestita da Mariagrazia D’Aquino, ma solo da metà novembre 2014 l’azienda sanitaria padovana ha sottoscritto un disciplinare che regolarizza la loro posizione.

Le polemiche non sono mancate, il sindaco leghista Massimo Bitonci è stato il primo a protestare: ‘Qui a Padova, nel 1678, si laureò il primo medico donna della storia. Vogliono medici uomini? Vadano a casa loro‘.

A onor di cronaca ricordiamo che nel 1678 Elena Lucrezia Corner Piscopia fu sì la prima donna a laurearsi a Padova, ma in Filosofia, dopo che il vescovo Gregorio Barbarigo si oppose e impedì che venisse proclamata dottoressa in Teologia. Pensare a una donna insegnante della dottrina di Cristo sarebbe stato, evidentemente, troppo.

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