Un ragazzo di soli 23 anni è morto annegato nel fiume Brenta a Padova. Il ragazzo è caduto in acqua tentando di scappare dalla polizia, dopo un fermo di controllo.
Oussama Benrebha, un giovane di origini magrebine, è morto annegato nel fiume Brenta mentre cercava di scappare dalle forze dell’ordine. Il ragazzo si trovava con altri 5 connazionali quando la polizia li ha fermati per un normale controllo.
Vedendo tutti gli altri scappare, anche il 23enne ci ha provato, cadendo per sbaglio nel fiume, per poi annegare.
Il povero ragazzo ha lasciato una moglie e un figlio.
Oussama Benrebha, 23 anni, è morto annegato nel fiume Brenta di Padova.
La terribile tragedia si è consumata lo scorso martedì, 10 novembre. Il giovane, si trovava in un gruppo composto da altri cinque connazionali, quando una pattuglia del commissariato Stanga li ha fermati per un controllo ordinario, lungo la strada parallela al fiume.
A quanto pare le altre cinque persone sarebbero scappare, mentre il 23enne sarebbe stato afferrato da un poliziotto e nel tentativo di scappare, sarebbe accidentalmente caduto nel fiume, annegando.
Il povero ragazzo ha lasciato una moglie e un neonato.
Secondo le testimonianze dei poliziotti il giovane si sarebbe opposto ai controlli in modo violento, ferendo anche uno dei poliziotti.
La cognata del ragazzo 23enne ha raccontato al Gazzettino che il ragazzo era arrivato da poco in Italia e non sapeva parlare bene l’italiano.
“Stava sempre a casa perché aveva il bimbo asmatico e stava sempre con lui”.
Ha affermato la donna, aggiungendo che probabilmente è scappato perché ha visto gli altri farlo.
A quanto pare il gruppo di ragazzi si era riunito per andare a a mangiare qualcosa insieme e probabilmente si sono spaventati a causa dell’improvviso fermo delle forze dell’ordine.
Gli amici hanno inoltre testimoniato che il 23enne sapeva nuotare e che dunque è strano che sia annegato così improvvisamente.
Inoltre una testimone ha dichiarato di aver assistito tramite una videochiamata, fatta da persone presenti al fermo, al pestaggio del ragazzo da parte della polizia, i quali lo hanno poi lanciato nel fiume.
“Adesso vedremo come muoverci, perché non è giusto”.
Ha affermato la ragazza.
Intanto la Questura di Padova ha replicato che le accuse della ragazza sono infondate in quanto non sono state confermate da nessuno dei testimoni presenti al momento della tragedia, dicendosi pronta a denunciare chiunque abbia diffuso tali illazioni.
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