Incredibilmente però il giudice che si è occupato del caso ha dato ragione all’uomo.
Licenziamento a Padova
Un licenziamento non è di per sé una notizia clamorosa ma quella di oggi ha davvero dell’incredibile. Protagonista dei fatti è un dipendente che ha finto di rimanere a casa per la convalescenza da diverse malattie importanti, in particolare aveva riferito al suo datore di dover affrontare un’operazione al ginocchio.
In seguito al periodo di convalescenza aveva informato il suo capo di aver avuto in infarto e quindi aveva bisogno di altro tempo a casa.
La vicenda ha dell’incredibile perché invece di rimanere a casa e riprendersi da tutto ciò, l’uomo faceva i suoi comodi e organizzava gite in barca, quello che però non sapeva è che qualcuno lo controllava. Il datore di lavoro non aveva creduto a questa successione di eventi che costringevano l’uomo a non poter lavorare e così aveva assunto degli investigatori privati.
Così, anche se il dipendente era stato molto attento a non pubblicare foto sui social che potessero far scoprire la verità, è stato smascherato e quindi licenziato in tronco.
I fatti
Torniamo indietro fino al 2006, quando l’operaio venne assunto dalla ditta nel Padovano. Nel 2020 è stato costretto a sottoporsi a un delicato intervento al ginocchio in un ospedale di Ravenna e quando è tornato a casa ha trovato delle lettere da parte dell’azienda in merito a contestazioni disciplinari.
A quel punto il lavoratore ha accusato un infarto ed è stato ricoverato, questa almeno è la versione dell’uomo, ma il suo capo non era molto convinto, nonostante avesse in mano i certificati medici che attestavano i fatti.
Così l’azienda ha deciso di controllare gli spostamenti dell’operaio e in effetti è venuta fuori una montatura eseguita a regola d’arte.
L’uomo aveva sì effettuato l’intervento al ginocchio e aveva accusato il malore, ma non aveva rispettato la convalescenza.
Nei giorni in cui sarebbe dovuto rimanere a casa, organizzava uscite in barca e gite fuoriporta in moto, in particolare una avvenuta il 26 settembre del 2020.
Così il datore ha proceduto con il licenziamento perché ovviamente tale comportamento non era risultato idoneo con il decorso delle patologie dichiarate, inoltre all’operaio è stato contestato il fatto di non indossare mascherine nei suoi spostamenti nonostante i fatti risalgono al periodo di piena emergenza Covid.
Ancora, non si faceva trovare a casa negli orari prestabiliti per le consuete visite fiscali.
Il ricorso
Chiunque in questa situazione riterrebbe opportuno il licenziamento e in effetti è proprio questa la conseguenza di tale gesto, tuttavia la notizi di oggi ha dell’incredibile perché il ricorso dell’uomo è andato a buon fine.
Assistito dagli avvocati Francesca Varotto Zannini e Giovanni Finocchiaro, il dipendente dell’azienda di Padova si era rivolto al Tribulane del Lavoro e il giudice gli ha dato ragione.
La notizia è di poco fa e nei passaggi chiave della sentenza emessa, si evince che il licenziamento è considerato illegittimo. Non solo, l’uomo dovrà anche ricevere un risarcimento pari a 16 mensilità.
Il verdetto è stato emesso in seguito alla consulenza del medico legale Barbara Bonvicini che ha appurato come il comportamento mantenuto dall’uomo durante il periodo di convalescenza fosse perfettamente compatibile con il suo recupero fisico ma solo per quanto riguarda la patologia cardiaca.
Sugli altri punti invece l’operaio è risultato essere in torto perché i movimenti effettuati nelle varie uscite non hanno giovato al ginocchio con protesi, inoltre potevano risultare molto pericolosi, così come la sua mancanza di rispetto verso le normative in vigore per quanto riguarda il Covid.
Infine, per un’uscita in moto contestatagli, l’operaio ha dimostrato che in sella alla moto non era lui ma il fratello.
Il risultato è andato quindi a favore del lavoratore, che verrà risarcito dall’azienda perché “vittima” di un licenziamento ingiusto.