Claudio Chiarelli di 50 anni e Massimiliano di 20, padre e il figlio, sono stati uccisi nello Zimbabwe: sino a ieri non si avevano informazioni certe sulla dinamica della tragica vicenda. Ora, l’ipotesi che siano stati colpiti per errore da due ranger, all’interno della riserva naturale di Mana Pools, inizia ad acquisire una connotazione di verità: i due guardiani della riserva di caccia sono stati fermati dalle autorità, dopo il loro tentativo di fuga, avvenuto a seguito dell’interrogatorio. Rischiano 15 anni di carcere per omicidio colposo.
E’ quindi sempre più probabile che a stroncare le vite di Claudio e Massimiliano Chiarelli, sia stato il fuoco dei due ranger, presenti all’interno della riserva naturale di Mana Pools, mentre stavano partecipando ad un’operazione anti-bracconaggio.
I due guardiani, entrambi originari dello Zimbabwe, a 100 metri dai due italiani, non sarebbero stati in grado di riconoscerli, per via della distanza e della fitta vegetazione.
Sembra dunque svanire l’ipotesi della vendetta a opera dei bracconieri, per il fatto che sia il padre che il figlio erano estremamente attenti nel far rispettare le leggi sulla caccia, presenti nello stato dello Zimbabwe. Tesi peraltro sostenuta anche dal fotoreporter di Castelfranco Veneto Carlo Bragagnolo, amico di lunga data di Claudio.
I funerali si dovrebbero svolgere venerdì ad Harare, in maniera tale da consentire che tutte le operazioni medico-legali possano essere completate e che le salme arrivino nella capitale dello Zimbabwe, dove nelle prossime ore dovrebbe giungere anche Virginia, figlia e sorella dei due italiani uccisi, che attualmente vive a Glasgow.
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