Quali sono i Paesi nel mondo che fanno registrare il più alto tasso di suicidi? I dati sul tasso nazionale di suicidi vengono raccolti dal WHO, World Health Organization, ovvero l’Organizzazione mondiale della Sanità, che opera in maniera semplice, ovvero riportando i numeri che gli stessi Stati gli comunicano. Questo significa che può capitare che i dati non siano riportati in maniera accurata. In altre parole, il suicidio potrebbe non essere sempre dichiarato dalle famiglie allo Stato, o non essere riportato dallo Stato al WHO, per ragioni culturali, amministrative, religiose, politiche o di qualunque altra natura. Ecco perchè la stima dei suicidi nel mondo è destinata a restare un dato approssimativo.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che ogni anno le persone che muoiono per suicidio sono circa un milione, il che rappresenta un tasso di mortalità globale di 16 persone ogni 100.000 o una morte ogni 40 secondi. Si prevede che entro il 2020 il tasso di mortalità aumenti di una unità ogni 20 secondi.
L’OMS segnala inoltre che negli ultimi 45 anni i suicidi sono aumentati del 60% a livello mondiale. Il suicidio è ora tra le tre principali cause di morte tra le persone di età compresa tra 15 e 44 anni (sia per quanto riguarda la popolazione maschile che femminile).
C’è poi da tenere conto che i tentativi di suicidio sono fino a 20 volte più frequenti rispetto ai suicidi compiuti. Sebbene i suicidi siano tradizionalmente in numero maggiore tra i maschi anziani, tra i giovani sono aumentati a tal punto che ora sono il gruppo a più alto rischio in un terzo di tutti i paesi.
L’OMS afferma inoltre che in Europa, in particolare l’Europa orientale, i tassi di suicidio più elevati sono segnalati sia per gli uomini che per le donne. Le regioni mediterranee orientali e l’Asia centrale hanno i tassi di suicidio più bassi. Quasi il 30% di tutti i suicidi nel mondo si verificano in India e in Cina.
Il tasso di suicidi a livello mondiale, se prendiamo in considerazione l’età, è il seguente: il 55% ha un’età compresa tra i 15 e i 44 anni e il 45% è di età superiore ai 45 anni. Tendenzialmente il suicidio dei giovani è in aumento.
Il tasso di suicidi in Norvegia risulta superiore a quello in Italia: 11,9 suicidi ogni 100.000 abitanti in Norvegia contro 6,3 in Italia (65esima nella graduatoria mondiale). Ma comunque la Norvegia è 37esima nella gradutoria mondiale, ed in Europa è superata da ben 20 nazioni, in ordine: Lituania (2 in classifica), Slovenia (8), Ungheria (9), Ucraina (12), Russia (13), Croazia (14), Lettonia (15), Moldavia (16), Serbia (17), Belgio (18), Finlandia (19), Polonia (23), Estonia (25), Francia (26), Bosnia-Herzegovina (28), Austria (30), Repubblica Ceca (31), Bulgaria (33), Romania (34) e Svezia (36). Al primo posto troviamo la Groenlandia, con un tasso incredibilmente alto di suicidi: ben 108 persone su 100.000, valore che distacca parecchio il secondo posto, della Corea del Sud, con circa 31.7 persone su 100.000. In terza posizione la Lituania, con un tasso di 31.6 abitanti su centomila.
Motivi che spingono al suicidio
Disturbi di salute mentale (in particolare la depressione e l’abuso di sostanze stupefacenti) sono associate ad oltre il 90% di tutti i casi di suicidio. Tuttavia, i risultati di un numero così alto di suicidi dipendono da molti fattori socioculturali complessi ed è più probabile che si verifichi durante i periodi di crisi socioeconomica, familiare, o durante crisi individuali (ad esempio la perdita di una persona cara, la disoccupazione, l’orientamento sessuale, le difficoltà con lo sviluppo di una propria identità, la dissociazione dalla propria comunità, etc).
Negli Stati Uniti, il Centro di Controllo e Prevenzione delle Malattie riferisce che, nel complesso, il suicidio è l’undicesima tra le principali cause di morte per tutti gli americani degli Stati Uniti, ed è la terza causa di morte per i giovani compresi in una fascia dai 15 ai 24 anni. Anche se il suicidio risulta essere un problema serio tra i giovani e gli adulti, il tasso di mortalità tra gli adulti più anziani, con età maggiore ai 65 anni, continua ad essere più alta. I maschi rischiano quattro volte in più la probabilità di morire per suicidio rispetto alle femmine. Tuttavia, le femmine sono più propense a tentare il suicidio rispetto sono maschi.
La ricerca indica che i tassi di suicidio sembrano essere in aumento all’interno delle popolazioni autoctone e indigene come i nativi americani negli Stati Uniti e in Alaska, e gli aborigeni in Australia e Nuova Zelanda. I tassi di suicidio all’interno delle comunità di immigrati destano crescente preoccupazione. Le statistiche mostrano un aumento in tal senso, ma in alcuni Paesi può essere difficile calcolare i dati in maniera corretta.