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Economia

Pagamenti elettronici, a partire dal primo gennaio scatta l’obbligo di invio dei dati al Fisco

A partire dal primo gennaio 2024 scatta l’obbligo di rendere noti gli estremi dei pagamenti con cadenza trimestrale se il soggetto beneficiario eccede il tetto delle 25 transazioni transfrontaliere.

pagamenti elettronici transfrontalieri – Nanopress.it

La finalità del nuovo obbligo è quella di monitorare le aziende che puntano ad evadere attraverso la commercializzazione dei beni e dei servizi fuori dai confini dell’Unione europea. Grazie alla raccolta armonizzata della documentazione, a partire dal primo gennaio 2024 al sistema elettronico centrale delle informazioni relative ai pagamenti verranno inoltrati e conservati i dati di pagamento per combattere l’evasione in materia di IVA.

Le nuove misure adottate hanno la funzione di contrastare l’evasione fiscale e le frodi che vengono messe in atto nella commercializzazione dei beni e dei servizi transfrontalieri ai consumatori finali. Altro obiettivo è quello di incentivare e rendere più semplice il commercio online. Per tutti gli Stati dell’Unione Europea è necessario dotarsi di validi strumenti volti a monitorare ed individuare le imprese che mettono a punto le frodi in materia di IVA. Scopriamo quali sono le novità che scatteranno dal primo gennaio 2024.

Pagamenti elettronici, cosa cambia a partire dal primo gennaio 2024?

C’è aria di novità a partire dal primo gennaio 2024: la maggior parte degli acquisti sul web effettuati dai consumatori finali sono realizzati con pagamenti eseguiti tramite payment service provider, con informazioni volte ad individuare il beneficiario del pagamento. Oltre che l’importo, la data e lo Stato membro dell’UE.

Le amministrazioni tributarie necessitano di tali informazioni volte ad individuare le aziende che mettono in atto frodi. Grazie al recepimento delle direttive comunitarie 2020/283 e 2020/284, verrà aggiornato il decreto IVA che vedrà l’introduzione del titolo II-bis contenente gli obblighi generali dei payment service provider.

Cosa comporta il mancato adempimento?

I payment service providers hanno due obblighi:

  • il primo di conservare le informazioni relative ai servizi di pagamento,
  • il secondo di comunicare le informazioni relative ai servizi di pagamento mettendole a disposizione del Fisco.

La mancata ottemperanza degli adempimenti cagionerà l’applicazione delle sanzioni amministrative, che saranno irrogate per violazione degli obblighi finanziari e contabili.

Pagamenti elettronici, chi deve trasmettere i dati?

I payment service providers, tra cui istituti di pagamento e gli istituti di moneta elettronica, devono conservare e trasmettere i dati dei pagamenti transfrontalieri. Sono tenute a rispettare il nuovo obbligo le banche centrali, Poste Italiane SpA e diverse Pubbliche Amministrazioni centrali e periferiche.

Pagamenti elettronici, quando scatta il nuovo obbligo?

Il nuovo obbligo in capo ai payment service providers scatta a partire dal primo gennaio 2024. È necessario conservare la documentazione che riporta le informazioni sui beneficiari dei pagamenti transfrontalieri che vengono effettuati con cadenza trimestrale.

L’obbligo scatta solo nel caso in cui un payment service provider eroga servizi di pagamento che corrispondono ad oltre 25 pagamenti transfrontalieri allo stesso soggetto beneficiario. Il numero dei pagamenti transfrontalieri viene computato in relazione ai servizi per Stato membro dell’UE e per identificativi. La documentazione deve essere conservata per un triennio a decorrere dal termine dell’esercizio fiscale.

pagamenti elettronici online – Nanopress.it

Cosa è necessario conservare?

È necessario conservare il nominativo commerciale del beneficiario, il Bic, l’Iban e altro identificativo del soggetto beneficiario, oltre ai pagamenti transfrontalieri.

 

Jacqueline Facconti

Redattrice, sezione Finanza, Tasse, Economia Laureata in Economia Aziendale e Strategia, Management e Controllo con 110 e Lode presso l'Università di Pisa. Web writer anche di Lettoquotidiano.it, Investireoggi.it, Motorinews.it e altri.

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