Si tratta di Pietro Polizzi, 73 anni: l’uomo è stato arrestato a Palermo, accusato di voto di scambio, insieme a altre due persone.
Arrestato, a Palermo, Pietro Polizzi, candidato consigliere in lista con Forza Italia. L’uomo, 73 anni, è accusato di voto di scambio mafioso, insieme al collaboratore Manlio Porretto e al costruttore Agostino Sansone.
Quest’ultimo, in passato, ha già scontato una pena per associazione mafiosa: il suo nome, inoltre, è stato legato a quello del boss di Corleone, Totò Riina, in quanto il fratello dell’imprenditore avrebbe dato ospitalità al capomafia nei suoi ultimi anni di latitanza, terminati nel 1993 con il suo arresto.
Palermo, arrestato candidato di Forza Italia per voto di scambio
Gli agenti della Squadra Mobile di Palermo hanno arrestato Pietro Polizzi, 73 anni, candidato consigliere in lista con Forza Italia. In manette anche il collaboratore Manlio Porretto e il costruttore Agostino Sansone. Gli arresti sono stati effettuati a pochi giorni dalle elezioni che si terranno nel capoluogo siciliano. Le tre persone in questione sono accusate di voto di scambio politico mafioso.
A far scattare le indagini e il conseguente arresto sono state diverse intercettazioni – oltre ad altri elementi in possesso delle forze dell’ordine. Il candidato aveva racimolato più di 600 voti con la lista Uniti per Palermo.
Secondo gli inquirenti, Polizzi avrebbe siglato un accordo con la malavita organizzata del quartiere Uditore per far leva su un pacchetto di voti che gli avrebbero permesso di avere successo alle urne ed essere, dunque, eletto dai cittadini.
I rapporti con Agostino Sansone
Il candidato consigliere di Forza Italia avrebbe stretto rapporti con Agostino Sansone, costruttore il cui nome fu associato, al tempo, anche a Totò Riina, in quanto il fratello avrebbe dato un rifugio al capomafia di Corleone nei suoi ultimi anni da latitante, prima di essere arrestato nel 1993.
Le intercettazioni sono state ottenute anche nel comitato elettorale di Polizzi, che sostiene Roberto Laganà come candidato sindaco del centrodestra. Le indagini hanno avuto tempi serrati e veloci, visto che Paolo Guido, procuratore aggiunto e i sostituti Dario Scaletta e Giovanni Antoci hanno portato avanti una richiesta lampo, chiedendo al gip Alfredo Montalto di ottenere l’arresto del 73enne, del suo collaboratore e del costruttore.
Sono state, inoltre, effettuate delle perquisizioni anche nell’abitazione e nell’ufficio di Sansone che – già in passato – erra stato in carcere per associazione mafiosa.
Adelaide Mazzarino, dopo l’arresto, ha ritirato la sua candidatura alle elezioni comunali: “Queste cose non mi appartengono neppure lontanamente e mettono un macigno sopra la mia passione. Sono talmente sconcertata per la notizia appresa da non avere più la voglia di proseguire, anche perché, riprendendo le parole del coordinatore di Forza Italia Gianfranco Miccichè, mai accetterei voti del genere“.