Accusata da anni, l’ex giudice Silvana Saguto è stata condannata a Palermo per corruzione, uno scandalo avvenuto nel 2015 che ora sembra aver chiuso i conti.
È arrivata la sentenza definitiva per Silvana Saguto, ex magistrato di Palermo e ex presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale.
La donna è accusata di corruzione ed è stata condannata a 8 anni e 10 mesi. Vediamo di cosa era accusata e cosa comporta ora questa condanna.
Lo Scandalo Antimafia a Palermo, che ha coinvolto tanti magistrati della città e Silvana Saguto, ex giudice, è venuto a galla nel 2015.
La Saguto è stata un punto focale della lotta contro la mafia ma poi è stata accusata di diversi reati, come corruzione, induzione indebita, rivelazione di segreti d’ufficio, concussione e favoreggiamento.
Oggi arriva la condanna definitiva, ovvero reclusione per 8 anni e 10 mesi deliberata dalla Corte d’Appello di Caltanissetta.
La condanna, però, non si limita solo alla reclusione ma Silvana Sagato dovrà risarcire di ben 500.000 euro la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
L’ex giudice Silvana Saguto non è l’unica coinvolta in questo processo che è stato lungo anni. Infatti, con lei sono stati accusati anche l’avvocato Gaetano Cappellano Seminara e l’ex professore universitario Carmelo Provenzano.
L’avvocato è stato condannato a 7 anni e 7 mesi, mentre Provenzano ha avuto 6 anni e 10 mesi. Ancora, anche il marito dell’ex magistrato l’ingegnere Lorenzo Caramma è stato condannato a 6 anni e due mesi mentre il figlio di Silvana Saguto, Emanuele Caramma, è stato condannato a 4 mesi.
Di cosa parliamo quando nominiamo lo Scandalo Antimafia? Si tratta di una serie di giri di favori e scambi di informazioni, che sono accaduti all’interno di questo così detto “cerchio magico”.
Come si è scoperto tutto? Grazie ad alcune intercettazioni registrate per mesi dalla Guardia di Finanza, inerenti al reato di corruzione.
Tramite queste è stato possibile ricostruire il momento dello scambio di soldi tra Silvana Saguto e l’avvocato Gaetano Cappellano Seminara, entrambi condannati in primo grado con la sentenza di oggi, 20 luglio 2022.
Altre intercettazioni, poi, hanno deliberato il reato di concussione e altre ancora hanno reso noto di come Provenzano chiedesse benefici al giudice Saguto attraverso dei doni, in frutta e verdura, provenienti da società sotto sequestro.
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