Il suo cuore ha smesso di battere, la malattia ha avuto la meglio sul suo corpo ma non sul cuore. Fratel Biagio è morto questa mattina a Palermo, dove da tempo combatteva con un brutto male.
Il missionario laico non è riuscito a vincere la sua battaglia finale. Già qualche giorno fa, le sue condizioni si erano ulteriormente aggravate.
Fratel Biagio è salito al cielo
Da giorni, la città di Palermo e i tanti che lo hanno conosciuto ed amato, pregavano per lui, perché riuscisse a vincere la sua ultima battaglia contro il male. Ma Fratel Biagio, purtroppo, non ce l’ha fatta: è volato al cielo questa mattina.
Biagio Conte, missionario laico, aveva creato la “Missione di Speranza e Carità”, per essere sempre vicino agli ultimi ed ai più poveri. Aveva deciso di donarsi completamente a loro e di vivere come loro, nella povertà e nella preghiera costante a Dio. Ma la malattia non conosce limiti e ha colpito anche lui.
Fratel Biagio da tempo combatteva contro un brutto male. Negli ultimi giorni, le sue condizioni si erano molto aggravate, tanto che era addirittura circolata la falsa notizia della sua morte, immediatamente smentita da tutti coloro che gli erano vicino. In questi ultimi giorni, Fratel Biagio aveva ricevuto anche la visita dell’Arcivescovo di Palermo, Monsignor Lorefice, il quale era stato insieme a lui, l’aveva ascoltato ed aveva pregato con lui.
Gli avevano fatto visita anche il sindaco di Palermo, Lagalla, ed il Presidente della regione Sicilia, Schifani. Nonostante le sue precarie condizioni di salute, e nonostante il peggioramento degli ultimi giorni, Fratel Biagio aveva voluto fortemente partecipare alla Santa Messa sul suo lettino d’ospedale, sempre accompagnato ed assistito dai medici e dalle persone a lui più care.
Una vita dedicata agli ultimi
Il primo ricordo, alla notizia della scomparsa di Fratel Biagio, è stato proprio quello del sindaco di Palermo, il quale ha affermato che il missionario “lascia un vuoto incolmabile per la città di Palermo”. Tutta la città, infatti, si era stretta in preghiera attorno a lui e per lui, in particolare in questi ultimi giorni quando la notizia del suo peggioramento si era sparsa.
Nel loro ultimo incontro, infatti, il sindaco Lagalla racconta di una raccomandazione lasciatagli da Fratel Biagio, ovvero quella di “non dimenticare i poveri”: “Un’eredità lasciata alla città da custodire con senso di responsabilità” – conclude il primo cittadino.
Anche la Cisl Sicilia, in una nota diffusa, si stringe al dolore per la perdita di Fratel Biagio: “Ha rinunciato alle comodità che poteva offrirgli una famiglia di imprenditori edili, per dedicare la sua vita agli immigrati, ai senzatetto, agli emarginati, agli ultimi” – scrivono.
Tutti si riuniscono in preghiera dopo la notizia della sua morte. Biagio Conte aveva 59 anni e, nel 1993, aveva dato vita alla Missione Speranza e Carità, per aiutare ed esser vicino agli ultimi ed ai più poveri. Una profonda crisi spirituale lo porterà, nel maggio 1990, a scegliere di dedicarsi ad una vita da eremita, ritirandosi sulle montagne in Sicilia.
Da lì, poi, la decisione di fare un viaggio, completamente a piedi, fino ad Assisi. Ma sono i poveri quelli che hanno sempre avuto il primo posto nel cuore di Biagio. E continuerà a guardarli e a guidarli dall’alto.