Tante le iniziative a Palermo, nella giornata di oggi, tramite le quali i cittadini hanno ricordato la strage di Capaci durante per il 31esimo anniversario della morte di Giovanni Falcone.
Durante la giornata della legalità, ricorrenza nazionale istituita il 23 maggio – giorno dell’omicidio di Giovanni Falcone – per la commemorazione di tutte le vittime di mafia, la città di Palermo si è riunita nei luoghi che hanno segnato gli anni della lotta alla mafia tra l’aula bunker del maxi processo e il monumento alla Strage di Capaci, dedicato oltre al magistrato agli uomini della scorta che persero la vita nella vile imboscata mafiosa, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro e alla moglie di Falcone, Francesca Morvillo.
A 31 anni di distanza dalla strage di Capaci, Palermo ricorda le vittime di mafia nei luoghi della memoria della città. A partire dall’Aula bunker, dove si tenne il maxi processo contro Cosa Nostra, fino al monumento di Capaci dedicato al magistrato Giovanni Falcone, alla sua scorta e alla moglie.
Ricorda anche Paolo Borsellino, compagno nella lotta e amico di infanzia di Falcone, cresciuto nello stesso quartiere, la Kalsa, poi collega nel pool antimafia istituito nel 1979 da Rocco Chinnici, altra vittima della malavita siciliana, morto 10 anni prima nel 1983. Il 23 maggio 1992 è diventata una delle date più tristi della storia recente del nostro Paese, quando tutta Italia venne ancora una volta angosciata dalla notizia dell’ennesima strage, esplosione, mirata al terrore e alla lotta allo Stato della mafia.
E’ il giorno del ricordo dei due magistrati, del Presidente della Regione Siciliana Piersanti Mattarella – fratello di Sergio Mattarella – ucciso nel 1980; di Pio La Torre autore della legge che introduce il reato di associazione mafiosa nel 1982; del generale Carlo Alberto dalla Chiesa, prefetto a Palermo da 100 giorni.
Le commemorazioni sono iniziate a Palermo nella mattinata di oggi, alle 9, davanti all’aula bunker dell’Ucciardone, con il ministro dell’Interno che ha raggiunto Palazzo Junk intorno alle 10, dove verrà istituito il “museo del presente e della memoria della lotta alle mafie Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”. Matteo Piantedosi è intervenuto sull’arresto di Matteo Messina Denaro, parlando dell’operazione come una “chiusura di una pagina della nostra storia, quella stragista”. La battaglia, prosegue il ministro, adesso è cambiata con la mafia che si è evoluta e ha cambiato modus operandi, con lo Stato che rimane fondamentale nella lotta.
Anche Giorgia Meloni ha partecipato alle commemorazioni. La premier ha deposto una Corona di alloro sulla lapide dell’atrio del Reparto Scorte, mentre alle 11 a Palermo è intervenuto Renato Schifani. Il presidente della Regione Sicilia ha parlato dell’importanza dell’egemonia della parola, dell’unità delle forze sociali “dei giovani, dei volontari, della consapevolezza che la mafia è il male e la delinquenza va combattuta con le coscienze”.
Tanti i giovani davanti all’aula bunker, come fa notare anche nel suo discorso il sindaco di Palermo. Roberto Lagalla che è intervenuto dal palco messo in piedi per l’occasione, si dice fiero della reazione di Palermo alla mafia, che però “non è scomparsa”.
Maria Falcone, è stata l’animatrice della Fondazione che ha organizzato la cerimonia di oggi. La sorella di Giovanni Falcone ricorda l’importanza di tenere viva la memoria dei due magistrati, che sono diventati “eroi per i giovani”, qui dopo 31 anni a parlare di quello che ha significato la morte di Giovanni e Paolo
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