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Cronaca

Palermo, uccise l’amante incinta: revocato l’ergastolo ad Antonino Borgia | “Fu un delitto d’impeto”

La vittima – Ana Maria Lacramioara Di Piazza – 30enne di origine rumena, venne uccisa a coltellate, quando era al quarto mese di gravidanza.

Ana Maria Lacramioara Di Piazza – Nanopress.it

Il presunto killer, Antonino Borgia, sposato e padre di due figli, aveva una relazione extraconiugale con la donna. Condannato in primo grado alla pena dell’ergastolo, si è visto ridurre la pena da parte della Corte d’Assise di Palermo che gli ha inflitto una pena a 19 anni e 4 mesi, escludendo le aggravanti della crudeltà, della premeditazione e dei motivi abietti.

L’omicidio di Ana Maria Lacramioara

Aveva 30 anni ed era al quarto mese di gravidanza la 30enne di origine rumena, Ana Maria Lacramioara, quando venne uccisa con 10 coltellate.

Dopo una prima aggressione, la ragazza riuscì a fuggire, salvo essere poi raggiunta dal killer, che le inflisse i fendenti mortali. Per il delitto è stato giudicato colpevole – con una sentenza di primo grado  – l’uomo con cui la giovane aveva una relazione extraconiugale. Si tratta di Antonino Borgia, imprenditore di Partinico (Palermo) che avrebbe ucciso la sua amante, quando lei gli aveva confidato di essere incinta.

La sera del 22 novembre del 2019 i due si incontrarono e fu allora che – secondo la ricostruzione degli inquirenti – Borgia colpì a morte la vittima, con 10 fendenti.

L’uomo, sposato e con due figli, dopo l’omicidio si recò dal barbiere e in commissariato, per sbrigare alcune questioni personali riguardanti il rinnovo del passaporto.

Pena ridotta per il killer

Come riferisce Tgcom24, in primo grado Antonino Borgia era stato accusato di omicidio volontario, aggravato dai futili motivi e dalla premeditazione, nonché dell’occultamento di cadavere e procurato aborto.

L’omicidio di Ana Maria Lacramioara Di Piazza – Nanopress.it

Nelle scorse ore la Corte d’Assise di Palermo ha ridotto la pena a 19 anni e 4 mesi, escludendo le aggravanti della crudeltà, della premeditazione e dei motivi abietti.

La madre di Ana Maria e l’altro figlio della donna – un bambino di 11 anni – si sono costituiti parte civile nel processo. Le motivazioni della riduzione della pena saranno rese note tra 60 giorni, come da prassi. Secondo i giudici, quello della 30enne rumena sarebbe stato un “delitto d’impeto”, avvenuto dopo una violenta lite tra la vittima e il presunto killer.

“Come è possibile che un delitto così efferato venga punito con una pena che non dà giustizia a mia figlia. Non cercavo vendetta. Volevo solo giustizia. Ma questa sentenza non rende giustizia ad Ana Maria”

ha detto la mamma della vittima alla lettura della sentenza.

I giudici della Corte d’Assise hanno riconosciuto il pagamento di una provvisionale alle parti civili.

 

Filomena Indaco

Classe 1983, divoratrice di libri e di parole, giornalista pubblicista. Sono la Direttrice Responsabile di NanoPress.it

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