E siamo a sette. Con la morte di Periclea, un esemplare femmina di 7 anni, che è stata abbattuta lunedì dopo essersi gravemente infortunata in Piazza del Campo, tanti sono i cavalli morti durante il Palio di Siena dal 2000 ad oggi, scatenando la protesta degli animalisti. In prima fila contro questa secolare tradizione della città toscana c’è la Lav, che negli anni scorsi ha denunciato maltrattamenti per gli equini, ed ora snocciola i numeri dei decessi pur di fermare il Palio: sette cavalli morti dal 2000 per quella che dovrebbe essere una festa popolare sono numeri che fanno rabbrividire.
Prima di Periclea, l’ultimo incidente mortale era accaduto a Messi, un baio di 6 anni, soppresso il primo luglio 2011 dopo un incidente durante la quarta prova della corsa: ma anche quando non si sono registrati decessi, le associazioni animaliste hanno denunciato presunte brutalità nella gestione e nell’utilizzo dei cavalli da parte degli organizzatori del Palio. Una strage silenziosa che vede i cavalli vittime del divertimento umano, come sottolinea la Lav in un comunicato dopo la recente morte di Periclea: ‘Il palio di Siena si conferma come una delle manifestazioni più pericolose in assoluto: circa 50 cavalli sono morti dal 1970 a oggi, senza contare quelli di cui non si è mai avuta notizia. Ciò a dimostrazione che a nulla possono valere le misure di sicurezza introdotte dall’Ordinanza del ministero della Salute e predisposte già dallo stesso regolamento del palio. È davvero un’indecenza che ancora oggi nel nostro paese si spacci questo macello a cielo aperto come un evento culturale, addirittura trasmesso in diretta, quando invece dovrebbe essere abolito, così come tutte le altre manifestazioni di questo tipo che funestano l’Italia, da nord a sud. Siamo sconvolti e furenti per questa ennesima vittima innocente, una cavalla di soli 7 anni, resa macchina da corsa e schiava di un sistema obsoleto, retaggio di una cultura medievale che non ha più senso di esistere‘.
Nonostante le proteste e le denunce, il Palio di Siena non è mai stato sospeso ed anche questa edizione prosegue ininterrottamente nonostante la morte della cavalla, evidentemente messo in conto come un possibile effetto collaterale della competizione. Eppure nel corso degli anni l’aumento della sensibilità popolare nei confronti dell’utilizzo degli animali in manifestazioni di spettacolo e antiche tradizioni culturali ha, se non stoppato, quanto meno ridimensionato il favore intorno a tali eventi, pensiamo alla corrida in Spagna o all’uso degli animali nel circo. Non pare essere così per le corse del Palio, che continuano indisturbate a dispetto di proteste formali e denunce agli organi di competenza, tanto a Siena quanto in altre città con eventi simili, seppur dalla minore risonanza mediatica. Ed anche questa volta sarà così, con buona pace di Messi, Periclea, Penna Bianca, Braccio di Ferro, e tutti gli altri cavalli vittime del divertimento umano. The show must go on, sempre e comunque.
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