La presenza delle palme in piazza Duomo sta dividendo la città di Milano. Se per alcuni il progetto dell’architetto milanese Marco Bay sponsorizzato da Starbucks è bello e la sua realizzazione rende magica la location, per altri, come Matteo Salvini della Lega Nord, c’è polpa per alimentare le polemiche: “Mancano solo le scimmie, i clandestini si sentiranno a casa loro” in questa giungla, afferma mentre gli fa eco Riccardo De Corato (Fratelli d’Italia): “Si completa l’africanizzazione di Milano”. C’è da sottolineare però che come loro, tanti altri milanesi non sanno che proprio le palme a Milano sono tradizionalmente presenti nei parchi in città, fin dall’Ottocento (se ne contano 131 esemplari).
La tradizione ottocentesca delle palme a Milano rivive grazie al progetto firmato Marco Bay per Starbucks, che aprirà il primo negozio d’Italia a Milano, in piazza Cordusio, nel 2018. Nell’aiuola sono presenti anche banani e ibiscus, nonché altri alberi sempreverdi con fioriture rosa (bergenie, ortensie). Il giardino così composto durerà tre anni con una manutenzione periodica sempre sponsorizzata da Starbucks, mentre gli alberi presenti in precedenza (carpini e clerodendri), saranno ripiantati in periferia.
E mentre c’è chi ironizza, come Andreas Kipar: “Ironia milanese o provocazione anticipando il climate change?”, altri criticano la scelta di piante così esotiche, come il professor Francesco Ferrini, docente di arboricoltura all’Università di Firenze, secondo il quale la scelta “Da un punto di vista ecologico e ambientale mi pare poco comprensibile, si poteva ricorrere a piante autoctone più tolleranti al freddo”. E a proposito delle palme gli risponde l’architetto che ha firmato il progetto, Marco Bay: “Vivono felici in città da più di cent’anni. Ma purtroppo, ogni volta che parliamo di alberi si litiga sempre, sia quando vengono piantati, sia quando vengono tagliati”. Le polemiche sono destinate a continuare. Francesca Neonato, architetto paesaggista milanese rimarca: “Milano non è Miami. Credo che voler dare un tocco esotico a piazza Duomo sia una scelta azzardata. Oggi il tema principale è la qualità della vita in città, il ruolo del verde e dei servizi ecosistemici che portano in un ambiente compromesso da inquinamento, traffico, rumore, perdita di biodiversità”.
Il caso è diventato – ovviamente – politico, tra quelli che strumentalizzano ogni vicenda per dare la caccia all’immigrato. Salvini su Facebook ha scritto:
Elena Grandi, vicepresidente del Municipio 1 ha invece difeso il progetto: “L’aiuola di piazza del Duomo è da sempre una sorta di allestimento temporaneo che, grazie agli sponsor, ogni tre anni si trasforma e si rinnova. Le nuove aiuole con palme, banani e ibiscus, potrebbero sembrare un progetto ardito ma non del tutto incoerente con la tradizione milanese”.
Il sindaco Beppe Sala si è limitato a osservare le reazioni dei suoi concittadini postando su Instagram una foto-quesito
Il critico d’arte Philippe Daverio si è invece espresso a favore: “È un’idea che mi piace molto, soprattutto perché la banana è il simbolo della Repubblica attuale. I palmeti c’erano già nel XIX secolo. C’erano anche nei giardini lacustri. Forse i banani non resisteranno al freddo, peccato. Non è un’africanizzazione di Milano, come è stato detto, io trovo invece che quest’idea sia fantasiosa, in linea con la storia”.
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