Dopo il blocco da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco di un lotto di vaccini AstraZeneca dopo tre decessi sospetti in Italia causati da trombosi e coaguli e alcuni casi in Europa, il panico serpeggia nel Vecchio Continente.
Nono stante l’Agenzia europea del farmaco (Ema) continui a sostenere la sicurezza del farmaco, Danimarca, Austria, Lituania, Lettonia, Lussemburgo, Norvegia e Islanda ne hanno sospeso la somministrazione in toto, mentre nel nostro paese è ritirato esclusivamente il lotto incriminato (il ABV2856) e si prosegue con la somministrazione.
Alla luce di quanto accaduto, ieri Mario Draghi ha avuto un colloquio telefonico con la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen: hanno convenuto che non c’è un nesso tra i casi di trombosi e il vaccino AstraZeneca, quindi di proseguire con la campagna.
La casa farmaceutica ha poi fatto sapere che dall’analisi di oltre 10 milioni di dosi iniettate, “non è emersa alcuna prova di un aumento del rischio di embolia polmonare o trombosi venosa profonda in qualsiasi gruppo di età, sesso, lotto o in qualsiasi paese in cui è stato utilizzato il vaccino“. I casi dovrebbero verificarsi con una frequenza dello 0,05%.
Blocco vaccino AstraZeneca: in Italia molti vogliono disdire
Alla luce di quanto accaduto, molte persone in Italia hanno deciso di voler disdire il proprio appuntamento per il vaccino o per il richiamo.
Molti over 70 hanno chiamato le proprio Asl per chiedere delucidazioni e annullare le prenotazioni, con conseguente rallentamento di una campagna già difficile. Diffidenza anche tra chi ha già ricevuto la propria dose e che ora vorrebbe aspettare per la seconda per avere maggiori certezze.
Il premier Draghi chiede che non si scateni il panico, ma potrebbe essere già troppo tardi e molte persone, già dubbiose, decidere di fare un passo indietro, anche perché il vaccino non è obbligatorio ma consigliato.