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La carta d’identità dice 55 ma per Paola Ferrari l’età non è un ostacolo: desidera un terzo figlio e si dice pronta anche a ricorrere all’utero in affitto, nonostante le sue ben note simpatie ‘destrorse’ (nel 2008 si è persino candidata con La Destra di Francesco Storace e della sua grande amica Daniela Santanchè) dovrebbero mal conciliarsi con la cosiddetta maternità surrogata. Eppure la conduttrice di 90° minuto, che ha visitato negli Stati Uniti un centro medico specializzato scoprendo una realtà ben diversa da ciò che si immaginava, non esclude di scegliere questa controversa pratica pur di dare un fratellino o una sorellina ai suoi due figli Alessandro e Virginia, avuti dal marito Marco De Benedetti.
Paola Ferrari ha raccontato il suo improvviso desiderio di maternità in un’intervista concessa a Vanity Fair, svelando alcuni retroscena sulle sue precedenti gestazioni: ‘Ho avuto una prima gravidanza (quella di Alessandro, ndr) molto difficile, sono stata molto male fisicamente e ho sofferto anche di depressione. Ma non volevo un figlio unico e l’arrivo di Virginia è stato una bellissima sorpresa, anche se costellata di ansia. Anni dopo, però, quando ho voluto riprovarci per un terzo figlio, i medici me l’hanno assolutamente sconsigliato: ho provato lo stesso a fare di testa mia, ma dopo che in un mese sono finita tre volte all’ospedale, ho dovuto rinunciarci’.
Storia chiusa? Neanche per sogno. La testarda Paola Ferrari ha iniziato a percorrere altre strade, non escludendo neanche l’adozione, fino a che ha scoperto la pratica dell’utero in affitto: ‘Me ne hanno inizialmente parlato alcune mie amiche americane. Ho chiesto informazioni in Italia e ho raccolto solo pareri molto negativi, ma visto che sono cocciuta ho deciso di andare a vedere di persona a Los Angeles‘.
Dove ha scoperto un mondo completamente differente rispetto a quanto si racconta in Italia: nessuna bieca compravendita di bambini a tutto vantaggio delle sole coppie ricche, ma un centro medico serio che offre un supporto psicologico e la collaborazione di volontarie che hanno già affrontato il complicato percorso. ‘Non ho visto alcun sfruttamento, ma ho incontrato delle donne assolutamente normali, di ceto medio, mediamente colte e soprattutto già madri di famiglia, che mettono a disposizione di altre donne la loro facilità di procreare, vivendo la gravidanza con grande naturalezza. Vengono pagate, certo, ma il denaro non è l’unica motivazione: si sentono utili e hanno il piacere di fare un dono così importante’.
Insomma, Paola Ferrari è rimasta terribilmente affascinata da ciò che ha visto in California, ma non ha ancora preso una decisione definitiva: ‘L’incontro con la ‘surrogata’ è il passaggio più delicato di tutto il percorso, e infatti lì per ora mi sono fermata. Ma non è detto che non decida di andare avanti in un futuro prossimo. Mio marito è scettico sull’eventualità di un terzo figlio, però so che sarebbe l’uomo più felice del mondo se avessimo un altro bambino. Quindi stiamo ancora elaborando la scelta finale’. Ma lei sembra aver tutta l’intenzione di forzare la mano, perciò prepariamoci a breve a succulente novità da casa De Benedetti!
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