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Alla cantante Paola Turci l’incidente d’auto del ’93, capitatole quando aveva appena 28 anni, ha cambiato letteralmente la vita, frenando di fatto una carriera che l’aveva fin lì proiettata ad altissimi livelli, con sei partecipazioni al Festival di Sanremo condite da una vittoria nella sezione emergenti e ben tre premi della critica, e il trionfo al Cantagiro ’91. Sono stati momenti molto duri, con ferite fisiche e psicologiche difficili da rimarginare, ma un po’ alla volta e con grande determinazione Paola ce l’ha fatta, tornando a splendere con la sua musica come all’ultimo Sanremo, nel quale ha convinto tutti presentando un brano, ‘Fatti bella per te‘, che l’ha riportata dopo tanti anni ai vertici dell’airplay radiofonico. Domenica 12 marzo 2017 Paola Turci è stata ospite di Barbara D’Urso a Domenica Live per raccontare il momento più drammatico della sua vita.
L’incidente di Paola Turci accadde il 15 agosto 1993 sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria alle 6:30 del mattino: la cantante, alla guida della sua Saab 9000, si stava dirigendo con altre persone verso il Golfo di Policastro per un concerto che avrebbe dovuto tenere la sera stessa, quando uscì di strada riportando gravi ferite, mentre il volto rimase parzialmente sfigurato dall’impatto.
‘Di solito non guidavo mai io per andare ai concerti’, ha detto Paola Turci a Domenica Live, ‘Ma il tour manager era molto stanco e quindi mi misi al volante. Non ero molto inquadrata, allora, ero in un momento molto infelice della mia vita (probabilmente si riferiva alla fine della storia con il tennista Paolo Canè, ndr), ma allo stesso tempo mi sentivo onnipotente e invincibile’.
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A causare l’incidente fu una fatale distrazione causata dal telefonino cellulare: ‘A un certo punto mi misi a guardare il telefono: avevo notato che si spegneva spesso e perciò provai a rimettere la presa, distraendomi. Il tour manager infatti mi urlò ”Attenta!’ e dopo pochi istanti ci ritrovammo fuori strada. Non andavo troppo veloce, ero sui 120 km/h: credevo che la macchina si fermasse dopo aver sbattuto sul guard-rail e invece successe di tutto, l’auto si accartocciò e poi cappottò’.
Momenti altamente drammatici: Paola Turci l’incidente non potrà mai dimenticarlo. ‘Sentii come se la faccia mi si fosse aperta, sembrava il soffione della doccia quando esce l’acqua: avevo questi zampilli di sangue in orizzontale che schizzavano dappertutto, una sensazione surreale e inimmaginabile. Era la mattina del 15 agosto, passava poca gente, ma qualche automobilista iniziò a fermarsi. Io non vedevo nulla ma sentivo le persone che gridavano: ‘Paola Turci, Paola Turci‘. Mi avevano riconosciuta perché si erano sparse sull’autostrada le cartoline con il mio nome che avevo nell’auto’.
Il recupero fu stato difficile e doloroso: ‘Per due anni mi sono usciti vetri dalla faccia, mi autodefinivo ‘la vetraia’. Ho avuto tredici operazioni, 12 solo nell’occhio (che per fortuna i medici riuscirono a salvare, ndr) e una sulla guancia, oltre a 100 punti di sutura. E parliamo solo di un pezzetto di viso. All’inizio andavo in giro sempre con gli occhiali neri e la faccia coperta’.
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