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Paolo Bonolis si difende dalle critiche per Ciao Darwin, perché (anche) in questa settima edizione certamente non mancano. Il programma va in onda su Canale 5 dal 1998 e dopo cinque anni di stop è ritornato con una nuova edizione nel venerdì sera della rete ammiraglia Mediaset. Quello che però per certi versi non sorprende è che le critiche siano più o meno sempre le stesse da anni: accusano lo show con Madre Natura di essere volgare e pieno zeppo di stereotipi. Il conduttore ovviamente le rimanda tutte indietro al mittente, ma le sferzate non sono poche.
Di recente il giornalista Craig Silverman, che non è certo un blogger inviperito, ha commentato l’edizione di Ciao Darwin attualmente in onda su Canale 5, parlando di fine dell’umanità. Ma Paolo Bonolis replica alle accuse dalle pagine de La Repubblica, che lunedì 18 aprile 2016 pubblica un’intervista al conduttore gestito da Lucio Presta:
Oh no, mediaset.it won’t let me watch #ciaodarwin. This is all I saw. It’s an international scandal! pic.twitter.com/kUtmkEIIfK
— Craig Silverman (@CraigSilverman) 15 aprile 2016
‘Silverman ci ha visto in pieno, è quello che volevo raccontare: Ciao Darwin mostra i prodromi dell’apocalisse. Non esibiamo mostri, quell’umanità esiste: è il vicino di casa’, ha fatto sapere Bonolis.
Sembra che il conduttore prenda le distanze da chi sostanzialmente gli rimprovera di rappresentare una parte della realtà, che nel suo programma verrebbe estremizzata, esagerata all’ennesima potenza, resa totalizzante tra inquadrature di cattivo gusto e una mole grande così di stereotipi e stigmi sociali.
Ma Bonolis non appare disposto ad accettare questa descrizione del suo programma e infatti replica così dalle pagine del quotidiano: ‘Le critiche sono basate sul concetto di volgarità, ma Ciao Darwin non è volgare: è grottesco e c’è una sottile differenza. Tanti non l’hanno compreso, altri non l’hanno voluto capire. L’esasperazione dei toni, l’esibizionismo sono condanne grottesche a cui l’umanità viene sottoposta. Cercando di esorcizzarla, mostriamo la realtà: il mondo è questo, anche se non lo vogliamo vedere. Una risata ci seppellirà’, fa sapere.
Tanto che verrebbe da dire: il mondo è anche questo, ma non soltanto. Probabilmente è proprio qui il punto di rottura tra la narrazione televisiva proposta da Ciao Darwin e le cosiddette critiche. Critiche che comunque ci sono sempre state e che non sono affatto inedite, o recenti, come invece potrebbe sembrare.
Qualche esempio? In un’indagine del Censis datata 2011 e ripresa da Agicom in un documento del 2014, Ciao Darwin viene citato tra i programmi televisivi più negativi per i bambini.
O, ancora, in un altro documento targato Child Guardian Award e che risale al 2010, in merito alla protezione dei minori davanti alla TV, Ilaria Catastini scrive: ‘Ciao Darwin, la volgarità di situazioni, contesti, allusioni, dialoghi, inquadrature, dinamiche di gioco e costumi costituiscono una violenza alla purezza e alla semplicità dei bimbi di tenerà età’.
La volgarità, la violenza, ma non solo, visto che anche gli stereotipi di genere sono oggetto di attenzione da parte di Graziella Priulla nel libro del 2010 C’è differenza. Identità di genere e linguaggi: storie, corpi, immagini e parole. L’autrice infatti scrive: ‘Come non notare che le donne di Ciao Darwin, con le zoomate sulle zone erogene, ingabbiate in categorie, massacrate in stereotipi, sono disumanizzate e svuotate dal potere del conduttore/burattinaio che le gestisce a piacimento…’.
Tanto che quest’anno la trasmissione è finita anche tra gli atti di controllo e di indirizzo della Camera dei Deputati addirittura ancor prima che andasse in onda la prima delle otto puntate al momento previste.
Vi ricordate la polemica dell’assessore Cerutti? E’ finita in un’interrogazione parlamentare nella quale, tra i vari punti, al presidente del Consiglio dei Ministri si chiede se il Governo ‘intenda assumere iniziative normative affinché venga evitata, nell’ambito della comunicazione televisiva e ogni altra forma di comunicazione, ogni forma di comunicazione xenofoba e omofoba’.